Page 255 - Peccato originale
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coming  out  subito  dopo  il  2010.  In  un’intervista  al  sito
                Lettera43, Berger ha confermato:


                     In  Vaticano  mi  capitava  spesso  di  essere  avvicinato  per  avere
                     «contatti» con i religiosi. E poi c’erano i monsignori, ognuno con il
                     loro  segretario,  il  loro  autista,  il  loro  aiutante  personale.  Spesso
                     giovane e latinoamericano. Restai stupito i primi tempi. In Vaticano
                     esisteva in parte il fenomeno del do ut des. Ma quello che ho potuto
                     vedere,  in  sette  anni  di  soggiorno  a  Roma,  era  più  che  altro,
                     semplicemente, la pratica diffusa dell’omosessualità. Non dichiarata,
                     ma palese. E nemmeno legata al desiderio di fare carriera in curia. La
                     sera frequentavo i luoghi gay della capitale e non di rado mi imbattevo
                     in religiosi. Mi ricordo bene degli incontri fatti all’Hangar, un locale
                     gay  di  Santa  Maria  Maggiore.  E,  all’aperto,  nel  parco  di  Monte
                     Caprino, vicino al Campidoglio. Da lì un giorno sono anche finito in
                     un appartamento di Monte Mario. Era una casa di cui ogni religioso
                     aveva  la  sua  chiave.  C’era  un  viavai:  si  entrava  e  si  usciva,  senza
                     impegno.  In  Vaticano  la  pratica  omosessuale  è  consolidata  e
                     inconfessabile,  anche  se  è  molto  più  frequente  rispetto  alle  sedi
                     periferiche. Dubito che il pontefice [Benedetto XVI, nda] si fosse reso
                     conto di un fenomeno di tali proporzioni.      16


                Come  afferma  Berger,  gli  incontri  avvenivano  in  svariati
                locali  gay  di  Roma  o  in  appartamenti  privati.  Gli  stessi

                luoghi «mappati» da Carmelo Abbate nella sua inchiesta
                Sex and the Vatican. Viaggio segreto nel Regno dei Casti,

                17  dove ha raccontato le abitudini gaie di preti, religiosi e
                monsignori.  Il  suo  viaggio  inizia  in  una  sauna  dove  un
                giovane  gay  consuma  sesso  occasionale  con  un  altro

                uomo, che poi scoprirà essere un sacerdote. Seguono feste
                in un locale di Testaccio frequentato da preti ossessionati

                –  conferma  Abbate  –  da  una  sessualità  bulimica,
                compulsiva, nata da situazioni di solitudine e di alcolismo.

                E poi chat erotiche, incontri clandestini, visione di filmati
                pornografici  su  internet,  tutti  contraddistinti  da  un

                generale  senso  di  vuoto.  Un  vuoto  interiore  che
                s’impadroniva e s’impadronisce di questi uomini di Chiesa
                una  volta  chiusa  la  porta  della  parrocchia  e  congedati  i

                fedeli.
                    L’esistenza della lobby all’interno del Vaticano è stata

                dunque  confermata  da  più  fonti,  tutte  molto  autorevoli:


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