Page 195 - Peccato originale
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allo  Ior,  è  il  presidente:  il  barone  Von  Freyberg,  infatti,
                dopo  aver  seguito  i  lavori  della  commissione  d’inchiesta

                sulla  banca  voluta  da  Francesco,  a  luglio  del  2014  è
                sostituito  dall’economista  francese  Jean-Baptiste  de

                Franssu.
                    La  sua  presidenza  è  segnata  subito  da  parecchie
                tensioni, un momento che merita di essere raccontato. A

                ottobre del 2014 un’inchiesta per peculato colpisce uno dei
                suoi  predecessori,  ovvero  Caloia,  insieme  al  potente  ex

                direttore dello Ior Scaletti. Sono entrambi accusati di aver
                svenduto, tra il 2001 e il 2008, l’80 per cento del cespite
                della  banca  vaticana,  tramite  professionisti  e  società

                compiacenti.  Nel  mirino  finiscono  ventinove  transazioni
                immobiliari.  Allo  Ior  vengono  sequestrati  alcuni  conti

                degli indagati, per complessivi 16 milioni di euro.
                    Sono  passati  ormai  ben  tre  anni  da  quando  sono

                emerse  queste  notizie  e  da  allora  non  se  n’è  saputo  più
                nulla.  Nel  frattempo,  il  coimputato  Scaletti  è  deceduto,

                Caloia  protesta  la  sua  innocenza  e,  a  chi  gli  chiede  di
                rispondere pubblicamente sulla vicenda, replica con un no
                comment. Si confida però con alcuni amici. Si lamenta per

                l’assenza di processo e di giudizio. Manifesta il suo forte
                disagio  per  l’impossibilità  di  conoscere  con  precisione  le

                accuse nei suoi confronti.
                    Non so se Caloia sia colpevole o innocente, mi chiedo

                solo  se,  durante  questo  pontificato  della  povertà,  del
                perdono e soprattutto della misericordia avviato da papa

                Francesco,  abbia  senso  lasciare  un  anziano  signore,
                incensurato,  in  un  purgatorio  infinito,  senza  ascoltare  le
                sue  ragioni  in  seno  a  un  regolare  processo.  L’assenza  di

                giustizia  e  verità,  con  questa  accusa  che  resta  come
                sospesa,  oltre  a  relegare  Caloia  nel  girone  deprimente

                dell’incertezza e dei sospetti, delegittima la stessa giustizia
                vaticana  e  provoca  una  serie  di  domande.  C’è  qualcuno
                che in curia teme questo processo? Si è preoccupati dalla




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