Page 194 - Peccato originale
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nell’Aif  l’autorità  centrale  in  materia  di  contrasto  al  riciclaggio  e  al
                     finanziamento  del  terrorismo,  non  venga  data  pratica  agli  standard
                     internazionali  normativamente  recepiti,  con  l’ulteriore  conseguenza
                     che  la  Santa  sede  possa  presentarsi  inadempiente  allorquando  nel
                     prossimo futuro i sistemi valutativi internazionali, superato il primo
                     approccio  basato  sugli  assetti  normativi,  incentreranno  le  loro
                     verifiche  sul  principio  di  effettività  della  disciplina  antiriciclaggio  e
                     antiterrorismo.
                     Nel presentare le soprascritte osservazioni, questo consiglio direttivo
                     considera  la  situazione  creatasi  ormai  insostenibile  e  rimette  alla
                     segreteria di Stato ogni considerazione e decisione in merito.

                Di fronte a questa denuncia, le decisioni della segreteria di
                Stato non tardano ad arrivare. Ma vanno clamorosamente

                in  direzione  opposta.  Sempre  a  gennaio,  il  cardinale
                Nicora si ritira dalla presidenza dopo che sui giornali filtra

                la  notizia  del  doppio  ruolo  che  riveste,  all’Aif  e  alla
                commissione cardinalizia di vigilanza allo Ior, trovandosi

                così  in  formale  conflitto  d’interessi.  Dopo  nemmeno
                cinque mesi, il 5 giugno 2014, tocca al consiglio direttivo,
                che  viene  azzerato.  I  cinque  autori  delle  due  missive

                vengono  mandati  a  casa.  Ancora  pochi  mesi  e,  a
                novembre,  il  quadro  è  ormai  ultimato:  proprio  Brülhart

                conquista l’ultimo gradino, promosso a presidente dell’Aif.
                Al vertice sale anche un giovane ambizioso e determinato.

                Dopo  un  periodo  come  vicedirettore  ad  interim,  diventa
                direttore  Tommaso  Di  Ruzza,  genero  dell’ex  potente

                numero  uno  di  Banca  d’Italia  Antonio  Fazio,  l’uomo  del
                bacio  in  fronte  a  Gianpiero  Fiorani  nella  scalata  ad
                Antonveneta,  nel  2005,  che  in  passato,  durante  Mani

                pulite,  riceveva  le  confidenze  di  alcuni  dipendenti  dello
                Ior, facendo arrabbiare l’allora presidente Caloia.

                    Oggi sia Brülhart sia Di Ruzza sono ancora ai loro posti
                di  comando.  Nessuna  traccia,  invece,  della  vecchia

                guardia:  Nicora  è  nel  frattempo  deceduto,  Condemi  fa  il
                consulente  e  libero  professionista,  Dalla  Torre  ricopre

                sempre l’incarico di presidente del Tribunale vaticano, De
                Pasquale  è  tornato  a  fare  l’avvocato.  A  cambiare,  invece,




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