Page 183 - Peccato originale
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che cerca di cambiare le cose in Vaticano, dal contrasto
alla pedofilia all’impegno per la trasparenza finanziaria, e i
blocchi di potere presenti nei sacri palazzi che reagiscono,
cercando di intralciare l’opera di cambiamento. È proprio
nei momenti più aspri dello scontro che Benedetto XVI
deve aver iniziato a meditare su una mossa inattesa e
dirompente come quella della rinuncia al pontificato, così
da mettere in mora gli schieramenti di potere dominanti.
Con le sue dimissioni, infatti, tutti i capi dei dicasteri della
curia romana avrebbero fatto un passo indietro. A uno
studioso pragmatico come Ratzinger, uno degli
intellettuali viventi di maggior spessore, non potevano
certo sfuggire gli effetti sul mondo cattolico di quella
clamorosa scelta. La decisione, quindi, doveva essere
preceduta da un’attenta operazione, da condurre su due
fronti: bisognava preparare la Chiesa, alleggerirla di
criticità e fardelli; ed era necessario mettere il successivo
conclave nelle condizioni di scegliere un pontefice che da
un lato incontrasse il sostegno popolare e dall’altro avesse
la forza per proseguire nelle riforme. Quella forza che
Ratzinger sapeva di non avere.
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