Page 186 - Peccato originale
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nei confronti dell’ospedale e vorrebbero alleggerire
l’esposizione. Letta tratteggia una soluzione politica che
garantisca una continuità a questo importante polo
ospedaliero. In Vaticano, Bertone decide di affidare a
Gotti Tedeschi e agli esperti della società Deloitte un
approfondimento. Il segretario di Stato vuole conoscere la
salute finanziaria dell’ospedale. Ha un sogno, Bertone:
«colonizzare» un’importante realtà economica nella
diocesi di Milano che, dai tempi del cardinale Carlo Maria
Martini, si è sempre mostrata tiepida e distante rispetto
alla curia romana. Non solo. L’operazione San Raffaele
può rappresentare un’opportunità per ingrandire il polo
della sanità vaticana, in affanno per i conti in rosso e per
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gli scandali, come quello dell’Idi di Roma. Anzitutto
bisogna verificare la concreta possibilità di disegnare un
piano di risanamento È una scommessa ambiziosa, la sua.
Nel piano che ha predisposto, Bertone desidera
coinvolgere e valorizzare due figure: l’imprenditore
Vittorio Malacalza e il manager Giuseppe Profiti.
Quest’ultimo, in particolare, da quando il segretario di
Stato era vescovo a Genova, ha sempre manifestato un
ossequioso rispetto e un’amicizia nei suoi confronti. 3
Dal 7 luglio 2011, su iniziativa del segretario di Stato,
Gotti Tedeschi e Profiti entrano nel cda dell’ospedale. Con
loro ci sono il giurista Giovanni Maria Flick, voluto
espressamente dal presidente dello Ior per dialogare con il
tribunale di Milano; Maurizio Pini, professore di
accounting (contabilità) all’Università Bocconi, e Massimo
Clementi, preside della facoltà di Medicina dell’Università
Vita-Salute San Raffaele. Confrontandosi con il tribunale
di Milano, Gotti Tedeschi forma un consiglio di
amministrazione per il salvataggio dell’azienda. Inizia ad
analizzare i conti, per decidere se mettere all’asta
l’ospedale e cederlo così al gruppo privato più idoneo o, in
alternativa, farlo comprare allo Ior.
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