Page 188 - Peccato originale
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dicembre del 2011, mancano solo cinque mesi alla sfiducia
del presidente Ior, e ciò che accade accelera le pratiche del
suo allontanamento, accentuando l’isolamento di
Benedetto XVI. La linea di prudenza che segue Gotti
Tedeschi crea parecchi malumori: Bertone e Profiti
spingono perché lo Ior compri. Gotti Tedeschi si oppone:
l’ospedale San Raffaele è un nosocomio che ha bisogno
della guida di un privato, una figura che sia capace di
dialogare con tutti, classe politica e sindacati. Uno
scenario differente sarebbe troppo rischioso, da tanti
punti di vista. Le tensioni che rischiano di crearsi tra la
Santa sede e le tante sigle sindacali che animano l’istituto
potrebbero generare manifestazioni e cortei di protesta
che andrebbero a sfilare davanti a porta Sant’Anna,
all’ingresso del Vaticano, a due passi dai fedeli in
preghiera. Inoltre, un profilo laico della nuova proprietà
supererebbe i naturali limiti delle posizioni religiose sulle
ultime frontiere della ricerca e della sperimentazione. Al
San Raffaele operano infatti diverse unità scientifiche di
ricerca su staminali e fecondazione in vitro, che compiono
attività antitetiche rispetto ai principi della religione
cattolica. Se la Santa sede subentrasse nella proprietà,
difficilmente il San Raffaele potrebbe mantenere aperti
questi dipartimenti. La chiusura di quelle unità di ricerca
provocherebbe le imprevedibili reazioni della comunità
scientifica e dell’opinione pubblica. Con
strumentalizzazioni facili da immaginare: «La Chiesa
perseguita la scienza… Ecco che torniamo ai tempi di
Giordano Bruno o di Galileo Galilei».
Di fronte a questa situazione, Gotti Tedeschi respinge
ogni valutazione d’acquisto. Manda una memoria scritta
nella quale precisa la sua posizione, rompendo con Profiti.
Tra lui e Bertone cala il gelo. Il cardinale non replica. Non
chiede approfondimenti. Non parla al presidente dello Ior,
creando stupore persino tra i dipendenti della segreteria
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