Page 64 - Io vi accuso
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Io vi accuso di menzogne e minacce
«Se non fa un versamento per rientrare nei limiti del fido concesso, le
revochiamo la linea di credito e la segnaliamo alla Centrale rischi», salvo
verificare poi che quel «fuori fido» era stato determinato dall’addebito
delle competenze trimestrali calcolate in base a tassi di interesse usurai. E
ancora: «Se non ha i soldi per mettere a posto la posizione li chieda
all’azienda di suo marito altrimenti revochiamo i fidi pure a lui», salvo poi
verificare che quei prestiti erano stati concessi, come visto nelle storie
raccontate, con gravi responsabilità in termini di esercizio abusivo e
tecnicamente errato del credito.
Tanti subiscono minacce simili. La menzogna che ancora oggi le banche
utilizzano maggiormente come minaccia è, appunto, la «segnalazione alla
Centrale rischi». Un vizio che non intendono perdere, anche perché a loro
non costa nulla dire così, non corrono alcun rischio legale. Una volta per
tutte è importante spiegare che la Centrale rischi è stata creata dalla Banca
d’Italia solo per consentire agli istituti di valutare la solvibilità di chi
richiede il credito e abbattere i «rischi», appunto, nel prestare denaro.
Pertanto possono esservi segnalati anche gli affidati, come si dice in gergo,
«corretti». Quindi la «segnalazione» (ancor meglio, la «minaccia di
segnalazione» per evidenziare nella banca dati anomalie e irregolarità nel
comportamento del cliente affidato) viene usata dal sistema del credito in
maniera distorta, come strumento di pressione ed estorsione per
costringere la vittima-cliente al pagamento di somme non dovute.
La Centrale rischi – così come altre banche dati come Crif, Experian
eccetera – è un istituto unilaterale e discrezionale che, pur non traendo
origine da norme di legge, se utilizzato in maniera subdola e strumentale
provoca l’esclusione dal mondo del credito legale del soggetto o
dell’azienda segnalati. I «rischi» per il segnalato sono molto più gravi
rispetto al fine per il quale la Centrale è stata creata. I bancari, inoltre,
utilizzano frequentemente, come fosse un mantra e sempre con fini
ritorsivi, ossia per mettere il correntista alle strette e ottenere il pagamento
nel più breve termine possibile, anche l’espressione «Ti segnalo a
sofferenza in Centrale rischi» senza sapere (o forse lo sanno benissimo)
che tale procedura è prevista solo per soggetti in stato di «conclamata
insolvenza» ovvero per una «impotenza strutturale e non soltanto
temporanea di un’azienda a soddisfare regolarmente i debiti, a causa del
venir meno della liquidità e del credito necessario per far fronte alle
attività».
Nulla di più ma soprattutto nulla di meno. «La mia azienda non era in
condizioni finanziarie così deteriorate eppure il direttore mi ha paventato