Page 99 - Avarizia
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Il moralizzatore spendaccione
Francesco dal suo braccio destro proprio non se l’aspettava. A
gennaio del 2015 qualcuno ha infatti inviato al papa tutte le voci di
spesa della neonata segreteria per l’Economia, che Bergoglio aveva
affidato qualche mese prima a George Pell, il cardinale chiamato
dall’Australia per raddrizzare usi e abitudini nefaste della curia che
ha spadroneggiato durante l’era di Benedetto XVI. Bergoglio ha
inforcato gli occhiali, ha scorso la lista, una ventina di pagine fitte di
numeri e fatture, e raggiunta l’ultima pagina ha scosso la testa
sconsolato: il suo protetto aveva investito centinaia di migliaia di
euro per voli in business class, vestiti su misura, mobili di pregio,
perfino per un sottolavello da 4600 euro.
Un elenco di spese pazze che ha raggiunto per appena sei mesi di
attività del nuovo dicastero un totale di oltre mezzo milione di euro.
Il prelato venuto da Melbourne per mettere a posto i conti del
Vaticano, però, non ha battuto ciglio di fronte ai mugugni. E a chi lo
criticava ha risposto secco di fidarsi di lui, di aver comprato solo
quello che serviva per il suo lavoro. Eppure le carte parlano chiaro,
e Oltretevere sono in tanti a essere rimasti di stucco davanti alle
uscite del centro di costo del ministero (numero D70000) nato con
l’obiettivo dichiarato di moralizzare il corrotto clero di Roma. Da
luglio 2014 a gennaio 2015 gli esborsi hanno infatti toccato i 501
mila euro, tra computer, stampati interni, stipendi monstre per
amici degli amici, vestiti messi in conto al Vaticano, affitti, biglietti
aerei, arredi di lusso e tappezzeria su misura.
Non male, per un ente che non era ancora operativo (gli statuti
sono stati approvati solo il 22 febbraio 2015) e per un ufficio dove
lavoravano appena tre persone. Per fare un confronto, il neo
consiglio per l’Economia ha speso nello stesso periodo 95 mila euro,
meno di un quinto, nonostante sia composto da ben 15 membri. Le
cifre che questo libro pubblica in originale sono un paradosso per
chi, come Pell, in un rapporto interno sulle “Politiche di Financial
Management” ha invitato gli altri cardinali a capo di ministeri
vaticani a “rafforzare il processo di pianificazione affinché le risorse
economiche siano destinate alla missione della Chiesa secondo
criteri di efficienza, efficacia e una gestione saggia e ragionevole
delle risorse”.
Il primo atto di George è stato quello di assumere il suo economo