Page 95 - Avarizia
P. 95
clero, l’organismo della Cei, dal 2011 gestisce in prima persona i
miliardi e le proprietà dell’Apsa. Tra queste ci sono anche due
tenute romane, situate all’interno del grande raccordo anulare, che
sono da anni al centro di enormi interessi immobiliari. La prima si
chiama tenuta dell’Acquafredda, ed era inizialmente estesa per ben
117 ettari (tra via Aurelia e via dei Casali di Acquafredda) con undici
immobili e decine di fabbricati immersi in uno dei pochi pezzi di
agro romano sopravvissuto all’interno della città. Un’enorme
proprietà di grandissimo valore che il Capitolo di San Pietro, l’ente
che gestisce i beni della basilica, ha avuto in eredità da una
facoltosa famiglia romana.
Qualche anno fa, però, parte importante della tenuta ha cambiato
proprietario: prima il Capitolo, alla maniera di un giroconto, ne ha
donato una parte all’Apsa. Poi la Santa Sede, dopo aver verificato
che la trasformazione del terreno agricolo in suolo edificatorio era
praticamente impossibile (già nel 2004, ai tempi di Walter Veltroni,
un protocollo d’intesa per rendere edificabili una ventina di ettari
della tenuta era stato bloccato dalle proteste degli ambientalisti), ha
deciso di girare oltre la metà della terra, ossia sessanta ettari, al
Comune di Roma, che oggi vi ha realizzato una riserva naturale
protetta.
Non è stato, però, un gentile omaggio del Vaticano alla città che lo
ospita: come in una permuta, l’Apsa ha ottenuto in cambio dal
Comune futuri diritti edificatori per 65.625 metri quadrati
complessivi, pari a 210.000 metri cubi. Il documento più recente
dell’affare tra Roma Capitale e Apsa è datato 30 gennaio 2013, e
mette i puntini sulle “i” alla delibera dell’estate del 2011, voluto
dalla giunta di Gianni Alemanno ma votato in blocco da tutti gli altri
partiti: “Le parti come sopra costituite convengono come
successivamente e con specifici provvedimenti, detti diritti
edificatori saranno localizzati in uno o più ambiti di ‘atterraggio’
all’interno del territorio di Roma Capitale,” si legge nel documento.
Traducendo, il Vaticano ha il diritto di costruire a Roma un migliaio
di nuovi appartamenti di piccole e medie dimensioni. Per la cronaca,
secondo il Vaticano, a leggere una missiva del giugno 2009
dell’allora segretario Apsa Calcagno a Bertone, “la stima del valore
del piano urbanistico è di circa 70 milioni di euro”.
Quando e dove, però, non si sa ancora: lo decideranno insieme