Page 90 - Avarizia
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ottant’anni, che qualcuno raccontò “a base di tartufi d’Alba e vini
pregiati”, ha stuzzicato l’indignazione popolare. “Com’è possibile
che un cardinale abbia il coraggio di fottersene di tutti? È una
ricchezza schifosa. Dice che la casa l’ha pagata con i suoi soldi. Ma
come con i suoi soldi? Non credo che un appartamento del genere
costi mille euro,” ha sintetizzato don Mazzi interpretando la
riprovazione popolare. “Finché esisterà la Chiesa di Bertone non
saremo mai sulla linea del Vangelo. La povertà è un presupposto per
credere.”
In realtà l’attico del monsignore è di proprietà del Vaticano: prima
di esser dato in comodato d’uso a Bertone era appannaggio dell’ex
capo della gendarmeria Camillo Cibin, e quando l’ex segretario di
Stato non lo abiterà più sarà usato da altri prelati. È molto
confortevole se rapportato ai settanta metri quadrati della casa
nella residenza Santa Marta dove papa Francesco ha scelto di
vivere e lavorare, ma – carte alla mano – non supera però i trecento
metri quadrati. “Il terrazzo è a disposizione di tutti gli altri inquilini
di palazzo San Carlo. E come può vedere le stanze sono molto meno
grandi di quelle di altri palazzi del Vaticano,” s’è difeso Bertone
mostrando la sua magione al giornalista Andrea Purgatori. “Il papa
è stato informato di tutto, anche del piccolo ufficio adibito a
segreteria. La cena per il mio compleanno? Senza vini doc e senza
tartufi, ma con un’ottima tartufata...”
Leggendo i documenti degli uffici del governatorato che
disegnano le planimetrie diventa chiara l’origine della leggenda dei
“settecento metri quadrati”, e di perché i giornali abbiano
raddoppiato la metratura del nuovo alloggio. Per realizzare l’attico
sono state unite due case confinanti, quella di Cibin e quella abitata
un tempo da monsignor Bruno Bertagna, morto a fine 2013. Ma tre
grandi stanze ricavate dalla ristrutturazione sono state attaccate a
un terzo appartamento limitrofo della palazzina dell’Arciprete
(attaccata al palazzo San Carlo), dove vive monsignor Angelo
Comastri, che ha così ampliato la sua – già grande – dimora. Altri
cento-centocinquanta metri quadrati sono stati invece destinati
all’imponente archivio dell’ex segretario di Stato, che divide casa
con tre religiose che lo accudiscono.
Svelato l’arcano, resta il fatto che Bertone non si può certo
lamentare. Ma camminando per la Città del Vaticano e sbirciando