Page 96 - Avarizia
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l’Apsa e i tecnici del Comune in un futuro prossimo venturo. Ma
esiste una lettera del 24 febbraio del 2009 che l’allora capo
dell’Apsa monsignor Attilio Nicora inviò all’ex segretario di Stato
Tarcisio Bertone che dà qualche indizio: dal Comune, infatti,
l’edificabilità “che era stata prospettata per l’Acquafredda verrebbe
assegnata dal comune alla Laurentina... L’area dell’Acquafredda
restante in capo alla Santa Sede (circa quarantotto ettari) potrebbe
in parte essere attrezzata ad area agricola produttiva, in parte –
soprattutto nella zona prospiciente la via Aurelia – mantenuta nella
condizione attuale con la non infondata speranza – assicurano i
nostri tecnici di fiducia – che tra qualche anno le esigenze di
espansione cittadina portino a rivedere gli attuali confini del parco e
a rendere edificabile la zona stessa”. Oggi è invece Calcagno a
occuparsi della faccenda dell’Acquafredda: con un chirografo papa
Francesco gli ha accordato pieni poteri su quello che resta della
proprietà vaticana.
L’Apsa possiede anche un altro latifondo, quello intitolato a San
Giuseppe. Situato sulla via Laurentina, si tratta di ventidue ettari
con piantagioni e cinquecento di alberi di ulivo immediatamente
fuori il raccordo, un bene che il Vaticano ha ricevuto nel 1975 come
lascito della famiglia Mollari. Dopo anni di incuria, nel 2002 Angelo
Proietti, l’imprenditore e costruttore amico dei cardinali di cui
abbiamo già parlato riuscì a ottenere a titolo gratuito capannoni,
abitazioni e magazzini della tenuta per la sua ditta Edil Ars, finché
nel 2006 fu mandato via perché, scrive in un’altra lettera Nicora a
Bertone ,“rivelatasi controparte inaffidabile”. Da allora, invece di
affittare il possedimento a terzi per renderlo profittevole, dopo un
tentativo andato a vuoto di creare addirittura un impianto
fotovoltaico da due milioni di euro e dopo aver deciso di non
venderlo per evitare di perderci soldi, nel 2011 il neopresidente
dell’Apsa Calcagno ha deciso di trasformarlo in una sorta di seconda
casa. Dove potersi riposare, coltivare piantine e rilassarsi con gli
amici.
Per realizzare il suo sogno agreste il cardinale ha stipulato a
settembre 2011 una scrittura privata con una nuova società
agricola, la San Giuseppe. Una ditta costituita solo due mesi prima,
il cui socio e amministratore delegato è Giuseppe Calcagno,
genovese, sposato con una sua omonima, Maria Angela Calcagno,