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quello di premiare “studiosi che si sono contraddistinti per
particolari meriti nell’attività di pubblicazione”. Secondo Kpmg oggi
il suo patrimonio è arrivato a 4,6 milioni di euro, praticamente
raddoppiato rispetto alla dotazione iniziale di 2,4 milioni,
ovviamente depositati in un conto allo Ior. Solo nel 2013 il profitto
netto della fondazione intitolata al papa emerito è stato di 1,3
milioni, derivanti in parte dalla gestione dei diritti d’autore dei libri
di Benedetto XVI (ma è lui che di anno in anno decide se e quanto
mettere), da lasciti e sponsorizzazioni. Evidentemente il presidente
monsignor Giuseppe Scotti e il consigliere Georg Gänswein,
segretario particolare dell’ex pontefice, sanno fare fundraising come
pochi. E risparmiare bene: sia nel 2010 che nel 2011 sono stati
spesi 582 mila euro tra convegni, i costi del Premio Ratzinger (il
vincitore prende 30 mila euro) e alcune borse di studio destinate a
sacerdoti particolarmente dotati. I ricavi, però, sono stati molto più
alti, consentendo di mettere da parte un tesoretto di 300 mila euro.
Per la cronaca, vicepresidente è stato per lungo tempo Paolo
Cipriani, l’ex direttore dello Ior indagato nel 2010 per violazione
della normativa antiriciclaggio e oggi alla sbarra davanti ai giudici di
Roma.
Anche l’amatissimo Wojtyla ha avuto l’onore di vedersi intitolata
una fondazione, la “Fundacja Jana Pawla II” creata nel 1981 per
promuovere e realizzare “iniziative di carattere scientifico,
culturale, religioso e caritativo” connesse con il pontificato del primo
pontefice polacco. Dal 2007 presidente è il cardinale Stanislaw
Rylko, capo del Pontificio consiglio per i laici, mentre fino al 2004 ne
era pro-presidente Stanislaw Dziwisz, lo storico segretario del papa
diventato santo. Secondo la due diligence di Kpmg, è arrivata ad
avere tra conti e beni vari un patrimonio da 10,7 milioni di euro.
Scartabellando tra documenti e bilanci, sorprende come enti nati
con l’intento di fare beneficenza o per sostenere attività di studio e
formazione conservino spesso i loro soldi in cassaforte, e che
spendano poco, o nulla, rispetto alle loro missioni: la fondazione
Civitas Lateranensis, tra il 2009 e il 2011, nonostante un patrimonio
in conti e titoli passato da 2,3 a 2,7 milioni, ha speso, il primo anno
preso in considerazione dai revisori della prefettura degli Affari
economici, 17 mila euro, il secondo 20 mila e il terzo appena 7 mila:
istituita il 19 aprile 1996 da Giovanni Paolo II “il suo fine