Page 177 - Avarizia
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esposizioni milionarie e investimenti folli. Monsignor Mauro
Piacenza, allora segretario della Congregazione per il clero,
comincia a chiedere alla diocesi informazioni più dettagliate. Prima
sulla società di comunicazione T-2, quella che controlla la tv, poi su
tutti i conti e le varie holding della diocesi. Le risposte arrivano dopo
mesi, e non risultano soddisfacenti: Piacenza avverte l’allora
segretario di Stato Bertone, e il Vaticano decide di spedire a
Maribor un ispettore di fiducia per studiare le carte da vicino.
Gianluca Piredda, esperto di bilanci e attualmente braccio destro di
Versaldi all’Idi, arriva in Slovenia all’inizio del 2010 con il titolo di
“visitatore apostolico”. Ci mette poco a capire che il dissesto
dell’arcidiocesi è di proporzioni bibliche.
Le sue conclusioni vengono spedite in un rapporto a Roma. La
piccola chiesa ha fatto il passo più lungo della gamba, creando un
impero economico di cartapesta. L’avventura parte all’inizio degli
anni novanta, quando la diocesi di Maribor costituisce la banca Krek
(in dieci anni diventa il decimo istituto del Paese, nel 2002 viene
venduto) e una società commerciale (la Gospodarstvo Rast). Passa
qualche anno, e nascono due holding per investimenti e business
assortiti, la Zvon 1 e la Zvon 2, controllate a loro volta dalla Rast.
Le società comprano immobili, altre società per azioni, fanno
ipoteche con le banche da cui si fanno prestare decine di milioni,
decidono di investire non solo in finanziarie e aziende sicure, ma
pure in settori tecnologici come le fibre ottiche e la
telecomunicazione. Solo la holding Zvon 1 ha “investimenti a lungo
termine pari a 416 milioni di euro,” si legge nel rapporto
conoscitivo, “e debiti fuori bilancio pari a 524 milioni”. Nulla è
andato come previsto: “C’è la possibilità reale,” conclude il dossier,
“che tutte le società indicate vadano verso il fallimento. Le
conseguenze sarebbero pesanti”.
Tra i vari investimenti della Chiesa slovena c’è di tutto: 94 milioni
per le azioni della banca Abanka, 72 milioni per l’azienda Helios
specializzata in materiali da costruzione, 13 milioni nella società di
gestione Krek, 18,8 nella Petrol (energia, gas e petrolio), altri 22
nella misteriosa Cinkarna, il cui core business è la produzione e la
distribuzione di “pigmenti di diossido di titanio”. Ci sono anche
aziende all’estero, in Croazia, come la Sole Orto, a cui sono stati
girati 20 milioni di euro.