Page 182 - Avarizia
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più di un milione di euro. Mentre scriviamo l’albergo è in vendita, e

          ci sono trattative avviate tra cui quella con un fondo arabo.
             La finanza creativa dei poverelli diventa dominio pubblico nel
          dicembre 2014. Quando l’americano padre Michael Perry, nuovo

          ministro generale dell’Ordine, dopo un’indagine interna sceglie di
          denunciare la bancarotta sul sito ufficiale dei frati prima che lo
          faccia la stampa. Una lettera choc che frantuma l’orgoglio della
          missione, i santi propositi e lo spirito delle origini. “La curia,” scrive
          Perry, “si trova in una situazione di grave, sottolineo grave, difficoltà

          finanziaria, con un cospicuo ammontare di debiti. È emerso che i
          sistemi di vigilanza e di controllo finanziario della gestione del
          patrimonio dell’Ordine erano o troppo deboli oppure compromessi,

          con l’inevitabile conseguenza della loro mancanza di efficacia
          rispetto alla salvaguardia di una gestione responsabile e
          trasparente.” Una situazione originata da “un certo numero di
          dubbie operazioni finanziarie, condotte da frati cui era stata affidata
          la cura del patrimonio dell’Ordine, senza la piena conoscenza e il

          consenso né del precedente né dell’attuale Definitorio generale”. La
          conclusione suona come una sentenza: “La portata e la rilevanza di
          queste operazioni hanno messo in grave pericolo la stabilità

          finanziaria della curia generale”.
             Il ministro Perry chiarisce che tra i responsabili ci sono “alcune
          persone esterne, che non sono membri dell’ordine” e che si è deciso
          di “chiedere l’intervento delle autorità civili, affinché esse possano
          far luce in questa faccenda”. L’unico a dimettersi, motivando la

          scelta con ragioni di salute, è stato padre Giancarlo Lati, per anni
          economo generale e rappresentante legale dell’Ordine. Era lui il
          responsabile dell’albergo, e il gestore della casa francescana. Dopo

          aver contratto alcuni mutui e investito nel Cantico e nell’auditorium
          più soldi di quanto inizialmente preventivato, il prete avrebbe
          cercato di rientrare investendo liquidi sui mercati internazionali a
          tassi fissi garantiti. Sarebbe invece caduto nella rete di affaristi laici,
          che si è impossessata del portafoglio investendolo in speculazioni

          finanziarie a rischio. Con le conseguenze di cui abbiamo scritto.
             Se padre Giancarlo è oggi finito in un convento in Umbria, è
          necessario ricordare che le scelte finanziarie che hanno provocato il

          crac sono state fatte quando ministro dell’Ordine era José Rodríguez
          Carballo. Lo spagnolo ha lasciato il ministero appena arrivato
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