Page 185 - Avarizia
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l’ingresso di laici nelle compagini associative (laici non vincolati

          all’obbedienza verso la gerarchia ecclesiastica, all’epoca e tuttora
          rappresentata dal commissario apostolico),” avrebbero raggiunto,
          “in maniera fraudolenta il risultato di sottrarre le due associazioni a

          ogni forma di controllo da parte dell’ordine religioso di cui
          costituiscono da sempre una diretta espressione”.
             Ma a stupire, oltre le beghe interne e le lotte di potere, è
          innanzitutto la mole patrimoniale in possesso dei poverelli del
          paesino campano votati a preghiera e penitenza. Se fratel Italo

          Cammi nella Leggenda francescana dell’Immacolata spiegava che i
          frati della congregazione “si riposano sul letto di tavole senza
          giaciglio nei mesi meno freddi” e che bisognava “sopportare il duro

          freddo nei lunghi mesi invernali con temperature di frequente sotto
          lo zero, si va con i sandali a piedi nudi, sotto l’acqua e nella neve”, i
          magistrati nell’anno di grazia 2015 hanno sequestrato alle due
          associazioni cinquantanove fabbricati tra appartamenti, case e
          conventi sparsi in Italia, diciassette terreni, cinque impianti

          fotovoltaici, un impianto radiofonico e cinematografico. E 102
          autovetture.
             Controsenso vuole che le associazioni al centro dell’inchiesta

          erano state create proprio perché l’istituto religioso dei frati
          francescani dell’Immacolata, intestandosi tutto, non contravvenisse
          al voto di povertà. Dal lavoro del commissario emergono anche
          operazioni per circa un milione di euro, effettuate dal 2008 al 2012,
          con l’emissione di assegni circolari e bancari in favore di beneficiari

          sconosciuti e senza causali chiare. Quando è stato raggiunto da una
          richiesta di spiegazione da padre Bernardino Maria, ex economo
          della congregazione, da sempre al vertice di entrambe le

          associazioni, non è arrivata nessuna risposta. La truffa ipotizzata è
          di un milione di euro, pari all’entità del danno patrimoniale subìto
          dalle due associazioni.
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