Page 190 - Avarizia
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del Marchese di Dio vale in tutto 658 milioni di euro. Dunque al
mediatore, che aveva spuntato una parcella pari al 15 per cento
della somma, spettano la bellezza di 99 milioni complessivi. Che la
fondazione Gerini dei salesiani, in virtù dell’accordo sottoscritto,
dovrebbe pagare sull’unghia.
I seguaci di don Bosco, invece, si rifiutano. Sentono puzza di
bruciato, capiscono che nella vicenda c’è qualcosa che non torna.
Non sganciano un euro in più. Silvera allora li denuncia, convince i
giudici che la spartizione dell’eredità è valida, che la sua
negoziazione è stata decisiva. In tribunale la sua versione è ritenuta
fondata, e così nel 2012 i salesiani si vedono sequestrare
cautelativamente ben 130 milioni di euro. Un sequestro che mette in
luce – al netto dell’eredità avuta – le enormi disponibilità dei preti:
oltre a palazzi di pregio (tra cui la sede della direzione generale
romana a via della Pisana), si scopre che hanno anche un fondo,
chiamato Polaris Investment Sa, nel Lussemburgo. Nella vulgata e
nella prassi, sinonimo di paradiso. Fiscale, s’intende.
Cercando fra le carte nella conservatoria del Granducato, è
possibile rinvenire lo statuto della Polaris, e così capire quali sono i
soci fondatori della società, che hanno versato il 6 febbraio del 2004
quote di partecipazione per 1,5 milioni di euro: la direzione
generale Opere di Don Bosco, che ha la maggioranza delle azioni,
l’Istituto religioso di Don Orione e la Provincia di Genova dei Frati
minori cappuccini. L’idea di creare una società di gestione fondi è di
don Giovanni Mazzali, economo dei salesiani, studi all’estero e
responsabile finanziario di un’organizzazione presente ormai in 130
paesi del mondo. Perché costituire un “fondo etico” proprio in
Lussemburgo? Per gli indubbi vantaggi fiscali, probabilmente. E per
attrarre capitali privati: è un fatto che nel 2007 i salesiani riescono a
convincere la Cariplo a investire nella Polaris Investment Italia Sgr,
una società di gestione controllata dalla casa madre
lussemburghese, ben 5 miliardi di euro, un’iniezione di liquidità che
comporterà l’ingresso della Cariplo anche tra i soci della Sa
lussemburghese. Oggi la società del Granducato ha cambiato nome,
ribattezzata Quaestio Investments, ma è ancora attiva, mentre i
preti sono usciti dalla controllata italiana.
Una volta che il tribunale blocca il loro enorme patrimonio, i
religiosi passano al contrattacco. Grazie alle indagini della