Page 192 - Avarizia
P. 192

Anfore, calunnie e 8 per mille


             A Trapani, la curia s’è fatta notare per ammanchi importanti nei
          conti, numeri che non tornano nei bilanci, veleni tra vescovi e

          amministratori ecclesiastici e nuove, preoccupanti inchieste della
          magistratura ordinaria.
             Stavolta in croce è stato messo monsignor Francesco Miccichè,

          vescovo della città fino al maggio 2012, quando Benedetto XVI lo
          rimosse su due piedi dopo aver letto i risultati di un’ispezione
          interna effettuata dal visitatore apostolico Domenico Mogavero, al
          tempo numero tre della Cei e vescovo di Mazara del Vallo. È lui che,
          dopo sei mesi passati a scartabellare le scartoffie della diocesi

          trapanese, firma e spedisce al palazzo apostolico della Santa Sede
          una relazione allarmante, in cui si ipotizzano irregolarità di ogni
          tipo, dalla vendita di immobili sottocosto agli amici dei presuli fino

          ad ammanchi in cassa per centinaia di migliaia di euro, in un vortice
          di documenti falsi e lotte tra lo stesso Miccichè e il suo economo,
          don Ninni Treppiedi, che si accusano a vicenda di ogni nefandezza.
             “È tutto un complotto, è tutta colpa di don Treppiedi, e quelle di
          Mogavero sono solo calunnie,” s’è difeso sempre Miccichè urlando ai

          fedeli e al papa la sua innocenza, in una rabbia che ad aprile 2015
          ha preso la forma di una querela contro il collega Mogavero per
          diffamazione e violazione del segreto istruttorio. Se Bergoglio per

          risolvere la faccenda dovrà nominare un collegio giudicante
          composto da tre vescovi (o cardinali), in Sicilia diverse inchieste
          della magistratura italiana stanno cercando di capire quali, tra le
          tante accuse incrociate, siano fondate e quali no.
             Finora la bilancia della giustizia terrena sembra pendere dalla

          parte dell’economo, già sospeso ad divinis dal Vaticano: l’indagine
          per riciclaggio contro Treppiedi, che in un’altra inchiesta parallela
          sta testimoniando contro il suo ex superiore, è infatti stata

          archiviata nel maggio del 2015. Accusato di aver sottratto centinaia
          di migliaia di euro vendendo immobili all’insaputa di Miccichè, i pm
          dopo una rogatoria avanzata al Vaticano hanno scoperto che allo Ior
          il don aveva un solo conto da appena 16 mila euro, e praticamente
          non movimentato.

             È il secondo punto che il duellante segna a suo favore: in un altro
          filone d’indagine i pm avevano sequestrato l’ex canonica di una
          chiesa di Alcamo dove si ipotizzava una truffa di Treppiedi, ma dopo
   187   188   189   190   191   192   193   194   195   196   197