Page 184 - Avarizia
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Preti con 102 auto
L’annus horribilis dei francescani ha causato altri dispiaceri ai
fedeli a marzo 2015, quando padre Bernardino Maria e padre Pietro
Maria sono stati indagati per truffa e falso ideologico dalla procura
di Avellino in un’inchiesta che mentre scriviamo è ancora in corso.
Protagonisti, stavolta, alcuni francescani dell’Immacolata (la casa
madre dell’istituto fondato da padre Stefano Maria Manelli nel 1970
e riconosciuto dalla Chiesa cattolica nel 1990 è a Frigento, vicino
Avellino), le cui condotte hanno svelato che anche una
congregazione piccola come quella campana possiede ricchezze per
decine di milioni di euro. E che per il controllo dello sterco del
diavolo perfino chi promette di spogliarsi di ogni avere può cadere
in tentazione e commettere illeciti.
La bufera arriva, improvvisa, quando il gip del tribunale dispone il
sequestro di case e conti correnti per un valore di 30 milioni (poi
dissequestrati) dopo che la procura, guidata da Rosario Cantelmo,
aveva ipotizzato una megatruffa sui beni dell’ordine. Un’inchiesta
partita dalla denuncia di Fidenzio Volpi, un frate cappuccino
mandato come delegato apostolico dal Vaticano, che l’11 luglio del
2013 aveva deciso di commissariare la congregazione a causa di
una serie di guerre intestine tra confratelli per questioni legate alla
dottrina. Tensioni e dissidi interni tra il fondatore e alcuni adepti
andavano avanti da anni, in merito alla decisione di cambiare in
senso tradizionalista alcuni riti, riprendendo un uso esclusivo del
messale antico. Litigi di cui lo stesso Benedetto XVI era a
conoscenza.
L’inchiesta, però, ha svelato vicende che nulla hanno a che fare
con la diversa concezione della messa. Perché, per non perdere il
controllo sul patrimonio all’arrivo del nuovo commissario, i due preti
indagati (forse insieme ad altre persone che non sono state ancora
individuate) avrebbero scritto due verbali assembleari
ideologicamente falsi in modo da modificare lo statuto e spostare le
proprietà dall’istituto ad alcune associazioni esterne alla struttura
religiosa. Un disegno ordito ad agosto 2013, un mese dopo il
commissariamento della congregazione. La manovra denunciata da
Volpi “avrebbe impedito,” spiega la procura, “al commissario
apostolico di esercitare le prerogative che gli statuti assicurano al
governo dell’ordine religioso”. Non solo. I due frati “consentendo