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IL GATTO MARINAIO
Narciso e Lidia erano pronti per salpare sul catamarano che li
avrebbe portati su uno degli splendidi atolli dei Carabi. Alle sette, sulla piccola
banchina dove era ormeggiata l’imbarcazione, li aspettavano una coppia di francesi e
un grosso gatto grigio con al collo una bandana blu da marinaio, si chiamava Aramis.
Una scimmia in fondo al pontile giocherellava con i pellicani e appena vide gli
ospiti si precipitò a fianco del felino per accoglierli. Dopo aver fatto le dovute
presentazioni, si partì: la scimmia a prua e il gatto a poppa; vennero mollate le cime
e via verso il mare aperto. Il gatto grigio, a differenza di Georgette, la scimmia, non
amava i pellicani e ogni qualvolta si posavano sul catamarano li scacciava. Il
pellicano reagiva, ma dopo un po’ tornava a stuzzicare Aramis. Georgette era una
scimmia dispettosa e scanzonata, mentre Aramis era un gatto serio e coscienzioso:
segnalava i pericoli, miagolava quando lei importunava gli ospiti, aiutava i due
francesi a pescare e ormeggiare. I due animali erano molto diversi ma si volevano un
gran bene: ogni notte, quando calava la bonaccia, si incamminavano verso la loro
cuccetta e riposavano fino al mattino seguente. In prossimità degli atolli era difficile
ormeggiare, se non fuori dalla barriera corallina. Così una sera i francesi decisero di
riposare per la notte su una spiaggia. Sbarcarono tutti. Narciso e Lidia erano contenti
di mettere piede sulla terraferma dopo giorni di navigazione. L’unico a voler
rimanere a bordo fu Aramis. A notte fonda il vento girò improvvisamente
l’imbarcazione, l’àncora del catamarano non reggeva, il rischio era di essere spinti
verso la barriera corallina, il pericolo era imminente. Il gatto iniziò a miagolare
disperatamente, ma a terra nessuno l’udiva perché dormivano tutti profondamente.
Allora con un guizzo, Aramis corse verso i comandi e ricordandosi del suo
comandante, spinse ripetutamente sul tasto rosso per azionare la tromba come aveva
visto fare quando incrociavano le altre imbarcazioni. Fu così che da terra si
accorsero del pericolo e intervennero: il comandante saltò sul piccolo gommone che
serviva da tender e in poco tempo raggiunse la barca, ormeggiandola più saldamente.
Il catamarano era salvo e tutto l’equipaggio riprese il largo la mattina successiva.
Per festeggiare Aramis, il comandante fece issare il gran pavese.