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BRICCONCELLO TRA
PICCOLE DONNE
Sonia era cresciuta in una famiglia che amava i cani. Il padre le diceva sempre: «I
gatti non si affezionano, sono approfittatori». Ma lei non ne era convinta; pur
adorando il suo cane, aveva capito che il rapporto tra l’uomo e il gatto è molto
diverso da quello uomo e il cane.
Mentre il cane vuole avere un padrone e vive per lui e con lui, il gatto è un
animale autonomo, se vuole e quando vuole, consente all’uomo di avere un ruolo e
uno spazio. Una mattina, la famiglia venne svegliata da un lamento strappalacrime.
Sonia uscì in giardino, e sulla tettoia della legnaia trovò un gattino appena nato che
era stato allontanato dalla cucciolata.
Ci fu un breve consulto tra sorelle; decisero che non si poteva lasciare il piccolo
in balia di se stesso, così venne accolto e svezzato con il biberon. Era come avere in
casa un neonato: ogni due ore latte e stimolo per i suoi bisognini, se una sorella
usciva lo lasciava in consegna alle altre. Per fortuna erano quattro!
Tutto questo lavoro di balie avveniva con il brontolio di sottofondo del padre,
totalmente contrario alla presenza di gatti in casa: «Appena compie un mese questo
gatto deve trottare via» e così, data anche la vivacità del gattino, venne
soprannominato Bricconcello Trotterello. Il mese passò rapidamente, e poi
divennero due e poi tre: «Adesso è inverno, non possiamo rimetterlo per strada è
troppo piccolo, ma appena arriva la bella stagione…», insisteva il padre, che, dotato
di un forte ego come spesso accade a molti uomini, non aveva nessuna intenzione di
misurarsi con quell’esserino.
Nell’attesa della primavera, Bricconcello era diventato un gattino furbissimo e
simpaticissimo e, ovviamente, aveva conquistato anche il cuore del babbo. Arrivò la
primavera e poi l’estate e di nuovo l’inverno, Bricconcello Trotterello, Brik per la
famiglia, era diventato uno splendido gattone tigrato con due macchiette di pelo
bianco sotto il collo e sulla pancia.
Grazie a Brik la famiglia di Sonia e perfino suo padre capirono che
indubbiamente i gatti sono profondamente diversi dai cani, ma sono esseri fantastici:
è vero sono indipendenti, a volte un po’ opportunisti, ma sono degli squisiti
compagni di vita, attenti osservatori e profondi conoscitori dell’indole umana.