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Ma Tiburtino, nato “burino”, divenne in seguito un gran signore. Fortunosamente
salvato e accettato, svezzato con raffinatissimi omogeneizzati per neonati, restò con
la sua salvatrice solo per una settimana. Dovendo, infatti, andare a Parigi, lei portò
Tiburtino dai suoi genitori, che le avevano insegnato ad amare i gatti, e fece le
dovute presentazioni: «Tiburtino, questi sono i tuoi nonni. Ti riprenderò domenica
sera quando torno». Sono passati tre anni, Tiburtino vive nella grande casa col
giardino dei nonni, ma gli è stato dato un nuovo nome: si chiama Tiberio perché «è
molto più signorile», come sentenzia spesso la nonna. E così il gatto di periferia ha
dimenticato le sue lontane origini popolari: segue docilmente gli insegnamenti della
nonna, non sporca, dorme su un bel cuscino spesso accanto al termosifone, ed è
ancora molto ghiotto di omogeneizzati.