Page 132 - 101 storie di gatti
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                             AGATA, UNA GATTA IN


                             PRIMA CLASSE






          Zio Emilio, quello zio un po’ strano e giramondo, era la passione di noi bambini.

          Non tornava spesso in Italia, forse uno o due volte l’anno, e arrivava sempre carico
          di regali e racconti dai più lontani Paesi del mondo. La sua famiglia viaggiava con
          lui e questo tranquillizzava la nonna, sempre un po’ preoccupata per quel figlio
          navigatore. Il suo era un lavoro bellissimo: per conto di una grande organizzazione
          internazionale insegnava alle popolazioni dei Paesi più poveri a diventare autonome
          dal punto di vista alimentare, sfruttando le risorse ittiche. Quella dell’autosufficienza

          alimentare era una delle scommesse messe in campo dai governi dei Paesi ricchi e
          industrializzati per combattere la fame nel mondo, o almeno per provarci. Emilio
          adorava i cani con i quali viaggiava tranquillamente imbarcandoli in enormi cassoni
          sugli aerei. Ma la vera signora di casa, anzi, di tutte le case che ebbero in giro per il
          mondo, fu Agata, una splendida gatta d’angora bianca con gli occhi blu che visse
          quasi venti anni. Agata volò sempre e solo in prima classe. La prassi era sempre la

          stessa: presentazione del suo biglietto all’imbarco insieme a quelli del resto della
          famiglia e poi il controllo del trasportino, la sistemazione in prima classe e dopo la
          partenza, legata con il suo guinzaglietto in grembo a Marcella, la moglie di Emilio,
          che le cedeva anche parte del suo pasto. Tra la gatta e la donna l’intesa era assoluta,
          Marcella pensava che Agata spesso le trasmettesse delle sensazioni, come se volesse
          metterla in guardia da alcune persone, quelle che non piacevano alla gatta le
          guardava con sospetto e le teneva a distanza dandogli poca confidenza. Agata era

          molto conosciuta all’aeroporto di Fiumicino: qualche volta veniva salutata dal
          comandante prima della partenza dell’aereo e annunciata come passeggero famoso e
          soprattutto come un portafortuna. Incontrò molti altri gatti in giro per il mondo, ma si
          tenne sempre a debita distanza da chi, al contrario di lei, non poteva permettersi la
          first class!
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