Page 41 - A spasso con Bob
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lavorare  in  coppia  con  Pete  Watkins,  dei  Corrision;  eravamo  persino  arrivati  a

          creare la nostra etichetta indipendente: la Corrupt Drive Records.
             Ma  il  progetto  non  funzionò.  In  realtà  il  progetto  non  c’entrava  proprio  niente,
          perché ero io quello che non funzionava.

             Ai tempi stavo con Belle. La nostra storia durò poco, l’amicizia continua ancora
          oggi.
             Il problema era che all’epoca anche Belle faceva uso di droghe e soffriva anche di
          gravi  disturbi  emotivi,  il  che  non  aiutava  né  lei  né  me  a  liberarci  dalle  nostre
          schiavitù. Quando uno dei due cercava di smettere, l’altro ricominciava e così via, al

          punto che era diventato impossibile spezzare il cerchio.
             Io volevo interromperlo quel cerchio, ma, ripensandoci adesso, forse non ce la
          mettevo tutta, oppure credevo di avere la situazione sotto controllo. Pensavo di poter

          mollare  l’ero  da  un  giorno  all’altro  e  così  scivolavo  sempre  più  nel  tunnel  della
          droga.
             Nel 2005 avevo praticamente cessato di vivere e ovviamente avevo anche smesso
          di  lavorare.  Pete  invece  aveva  continuato  con  la  casa  di  produzione  e  credo  che
          l’attività sia in piedi ancora oggi.

             Quella  fu  solo  una  delle  mille  occasioni  che  mi  lasciai  sfuggire;  chissà  come
          sarebbe potuta andare se…
             Tuttavia  non  abbandonai  mai  la  musica,  anche  quando  la  band  si  sfasciò  e  io

          precipitai  nell’abisso,  continuai  sempre  a  suonare,  per  ore  e  ore  di  seguito,
          improvvisando canzoni.  Era il mio grande sfogo e la mia ancora di salvezza.  Dio
          solo  sa  dove  sarei  finito  se  non  avessi  avuto  quel  conforto.  E  anche  adesso  è  la
          musica  che  mi  dà  da  vivere  e  non  voglio  neanche  pensare  come  avrei  potuto
          sopravvivere senza.

             Mi stavo apprestando a suonare, o meglio, Bob aveva appena trovato la posizione
          giusta,  quando  la  gente  cominciò  a  fermarsi.  Come  la  volta  precedente  erano  le
          donne che mostravano maggiore interesse.

             Subito dopo le prime note, ci passò accanto una signora con l’espressione arcigna
          di  un  mastino  napoletano,  ma  appena  notò  il  gatto,  il  suo  volto  si  rasserenò  e  le
          spuntò  un  sorriso.  «Ah,  ma  quanto  è  bello»,  esclamò  e  si  inginocchiò  per
          accarezzarlo. Mi guardò di sfuggita e non ci lasciò un’offerta, ma non era importante.
          Cominciava a piacermi l’idea che Bob fosse capace di portare un piccolo raggio di

          sole nella vita delle persone.
             Era veramente un bel micio, niente da dire, ma non era solo questo, lui aveva…
          personalità, qualcosa da cui non potevi sottrarti.

             Bob  riusciva  immediatamente  a  stabilire  un  rapporto  tutto  particolare  con  gli
          esseri umani, o almeno con quelle persone che non pensavano solo a se stesse. Ogni
          tanto mi rendevo conto che qualcuno non gli piaceva, perché lo comunicava con il
          linguaggio del corpo, irrigidendosi.
             Avevo  finito  di  suonare  la  prima  canzone  quando  un  mediorientale  ci  passò
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