Page 38 - A spasso con Bob
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                                               Un uomo e il suo gatto
             LA  mattina  seguente  un  rumore  forte  e  improvviso  mi  svegliò  di  colpo.  Mi  ci
          vollero alcuni secondi per capire dove ero e che cosa poteva essere successo. Quel

          suono metallico e squillante proveniva dalla cucina ed era stato provocato da Bob
          nel tentativo maldestro di aprire le ante degli armadietti in cui tenevo la sua pappa.
             Lanciai un’occhiata all’orologio, era già mattina inoltrata. Dopo tutta l’eccitazione
          della notte precedente, mi ero concesso un po’ di tempo in più sotto le coperte, ma

          Bob aveva deciso che non poteva più aspettare e aveva trovato il modo per dirmi:
          Svegliati, voglio fare colazione!
             Mi  trascinai  fuori  del  letto  e  barcollai  fino  alla  cucina:  sul  pavimento  c’era  il
          pentolino che usavo per scaldare il latte. Appena mi vide entrare, Bob si diresse alla

          sua ciotola vuota, nel caso non avessi ancora recepito il messaggio.
             «Va bene, va bene, ho capito», dissi togliendo il fermo di sicurezza dalla dispensa
          e tirando fuori la sua scatoletta preferita. La versai nella ciotola e lo osservai mentre
          spazzolava  il  cibo  in  pochi  secondi.  Poi  si  dissetò  lappando  l’acqua,  quindi  si
          dedicò alla toeletta, leccandosi muso e zampe, e alla fine trotterellò in salotto con

          aria soddisfatta, acciambellandosi accanto al calorifero per un pisolino.
             Magari fosse così semplice la vita anche per noi, mi dissi.
             Valutai  la  possibilità  di  prendermi  un  giorno  di  vacanza,  poi  considerai  con

          maggiore attenzione la situazione. La sera prima avevamo avuto molta fortuna, ma
          con  quei  soldi  non  potevamo  certo  andare  troppo  lontano.  A  giorni  sarebbero
          arrivate le bollette senza contare che adesso avevo una nuova bocca da sfamare che,
          peraltro, era piuttosto esigente.
             E così, dopo colazione, cominciai a prepararmi. Non ero sicuro che Bob volesse

          ancora seguirmi. Forse il giorno prima aveva soddisfatto la sua curiosità e adesso
          avrebbe  preferito  vagabondare  per  il  quartiere.  In  ogni  caso  infilai  nello  zaino
          qualche croccantino.

             Erano  le  prime  ore  del  pomeriggio  quando  mi  misi  in  movimento  e,  dato  che
          avevo la chitarra e lo zaino in spalla, il mio amico a quattro zampe non poteva certo
          avere dubbi su dove mi stessi dirigendo. Se non voleva uscire, si nascondeva sotto il
          divano e, per un secondo, pensai fosse proprio quella la sua intenzione, ma quando
          tolsi  la  catenella  dalla  porta  e  feci  per  richiudermela  alle  spalle,  si  precipitò  sul

          pianerottolo, intrufolandosi tra le gambe, e mi seguì giù per le scale.
             Appena uscimmo all’aperto, corse verso il solito giardinetto in cui faceva i suoi
          bisogni ma poi, invece di tornare da me, tirò dritto verso la zona della pattumiera. I

          bidoni erano diventati per lui una grande attrazione e Dio solo sa che cosa trovava
          da mangiare in mezzo alle immondizie.
             Forse è uscito con me solo per precipitarsi al suo parco giochi, mi dissi con un
          filo di preoccupazione, perché non mi piaceva che trafficasse nei rifiuti. Non si sa
          mai quando passano quelli della nettezza urbana… così andai a dare un’occhiata.
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