Page 120 - A spasso con Bob
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azzannasse, ma il cane era molto più forte.

             I  rottweiler  sono  animali  da  combattimento  e  se  la  nostra  lotta  fosse  durata
          soltanto un minuto di più sarei finito KO e Dio solo sa in quali condizioni.
             Per fortuna qualcuno si era messo a gridare e fu allora che mi resi conto che la

          pressione del cane su di me stava diminuendo.
             «Vieni via, coglione», gli urlava il suo padrone mentre lo tirava, poi lo colpì sulla
          testa. Non riuscii a vedere con che cosa, ma sentii un suono spaventoso. In un’altra
          situazione mi sarei preoccupato per la salute del cane, ma la mia priorità era Bob.
          Doveva essersi spaventato a morte. Mi voltai per controllare se stava bene, ma lui

          non c’era più. Feci un giro completo su me stesso per vedere se qualcuno per caso lo
          avesse preso in braccio per proteggerlo, ma di lui neanche l’ombra: era scomparso.
             Improvvisamente  capii  che  cosa  avevo  fatto. Avevo  messo  una  pila  di  giornali

          qualche metro da noi sotto una panchina.  Il guinzaglio di  Bob non era così lungo,
          quindi nell’ansia di allontanarmi dal molosso e dal suo padrone, l’avevo sganciato
          per un attimo dalla cintura per raccogliere le copie e quello era stato un terribile
          errore. La bestia doveva essersene accorta e aveva colto l’attimo per avventarsi su
          di noi.

             Precipitai in uno stato di panico. Qualche passante si avvicinò per chiedermi se
          avevo bisogno di aiuto.
             «Sto bene, ma avete visto Bob?» domandai con la voce rotta. Non stavo affatto

          bene, mi faceva male dappertutto e avevo le mani ferite, ma ero troppo in ansia.
             Una mia cliente che gli portava dei regalini, si avvicinò e mi disse: «L’ho visto
          andare verso Camden Passage, ho cercato di prendere il guinzaglio ma non ci sono
          riuscita, correva come un fulmine».
             La ringraziai, afferrai al volo lo zaino e mi misi a correre, con il cuore in gola.

             Mi rammentai di quando era scappato in Piccadilly Circus, ma non so per quale
          motivo la situazione adesso mi parve grave, forse perché questa volta si era trovato
          davanti a un pericolo molto più concreto, dato che senza il mio intervento, sarebbe

          stato sicuramente aggredito. Chissà che cosa gli era passato nella testolina quando
          aveva visto il rottweiler spiccare il salto? Magari aveva rivissuto un brutto ricordo?
          Non potevo saperlo, riuscivo soltanto a immaginare che anche lui fosse spaventato e
          angosciato quanto me.
             Correvo nella direzione che mi era stata indicata, cercando di evitare la folla che

          aveva cominciato ad accalcarsi davanti ai pub e ai ristoranti.
             «Bob, Bob», chiamavo con la gente che mi lanciava strane occhiate. «Qualcuno ha
          visto un gatto rosso che corre trascinandosi dietro un guinzaglio?» domandai a un

          capannello di gente fuori dal pub più frequentato della via. Tutti si strinsero nelle
          spalle scuotendo la testa.
             Avevo sperato, come la volta precedente, che avesse trovato rifugio in un negozio,
          ma era troppo tardi e le saracinesche erano tutte abbassate. Restavano soltanto i bar,
          i caffè e i ristoranti ma ogni volta che chiedevo ottenevo soltanto risposte negative.
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