Page 125 - A spasso con Bob
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                                             Bob, «The Big Issue Cat»
             APPENA il sole di marzo tramontava e le prime ombre calavano su Angel, Londra
          si preparava ad affrontare la sera. Il traffico si riversava su Islington High Street, i

          clacson delle auto producevano un’orrenda cacofonia e anche i marciapiedi erano
          affollati, invasi da un flusso continuo di gente che entrava e usciva dall’atrio della
          stazione. L’ora di punta si stava avvicinando e sembrava che tutti avessero una gran
          fretta di andare da qualche parte. Be’, forse non proprio tutti…

             Stavo  controllando  se  avevo  un  numero  di  copie  sufficiente  per  affrontare  quel
          particolare momento della giornata quando, con la coda dell’occhio, mi accorsi che
          un gruppo di ragazzini si era fermato davanti a noi. Dovevano avere quattordici o
          quindici anni, erano tre maschi e due femmine e potevano essere ispanoamericani ma

          anche spagnoli o portoghesi.
             Non era un fatto così straordinario, dato che anche Islington era un quartiere molto
          conosciuto, certo non come Covent Garden, Leicester Square o Piccadilly Circus, ma
          Bob sembrava attrarre a sé i turisti con la forza di un magnete. Non passava giorno
          che non fosse circondato da un gruppetto festoso di ragazzi come quello che avevamo

          adesso di fronte.
             Quella sera però c’era qualcosa di diverso dal solito perché indicavano  Bob e
          parlavano di lui con una strana eccitazione.

             «¡He  aquí, Bob!»  esclamò  la  ragazzina  in  una  lingua  che  sembrava  proprio
          spagnolo.
             «¡Sí, sí Bob the Big Issue Cat», le fece eco il suo amico.
             Che strano, dissi fra me, ma come fanno a sapere che si chiama  Bob?  Non c’è
          scritto da nessuna parte e non ha un cartellino. E che cosa intendevano con Big Issue

          Cat?
             La curiosità fu più forte di me.
             «Scusate,  ragazzi,  ma  come  fate  a  sapere  che  si  chiama  Bob?»  chiesi  loro  in

          inglese dato che il mio spagnolo era praticamente inesistente. Per fortuna uno di loro
          mi rispose.
             «Oh, lo abbiamo visto su YouTube», mi spiegò. «Bob è molto famoso, sì…»
             «Davvero?» ribattei. «Mi avevano detto che Bob era su YouTube ma non credevo
          che qualcuno avesse guardato il video.»

             «Sono in molti a guardarlo», mi disse il ragazzo.
             «Da dove venite?»
             «Spagna.»

             «Quindi Bob è conosciuto in Spagna?»
             «Sì, sì», aggiunse un altro unendosi alla conversazione dopo che il suo amichetto
          gli  aveva  tradotto  quello  che  ci  eravamo  appena  detti.  «¡Bob  es  una  estrella  en
          España!»
             «Scusa, cos’ha detto il tuo amico?» chiesi al ragazzo che capiva l’inglese.
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