Page 110 - A spasso con Bob
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L’altro aspetto positivo era che finalmente avrei potuto concedermi una vacanza al
sole, dopo tanti anni a Londra. Inoltre, dopo l’ultima esperienza, un periodo di
riposo immerso nella natura non poteva che farmi bene. La mamma mi aveva scritto
che viveva in una piccola fattoria in campagna, vicino a un fiume. L’Australia, o
meglio il paesaggio australiano, mi era sempre piaciuto e occupava uno spazio
speciale nel mio cuore. Ritornarci mi avrebbe sicuramente fatto bene all’anima.
Pur tuttavia quella vacanza presentava anche una serie di svantaggi e in cima alla
lista, piuttosto lunga, c’era la mia unica vera preoccupazione: Bob. Chi si sarebbe
occupato di lui? Come potevo essere sicuro che al mio ritorno fosse ancora lì ad
aspettarmi? Volevo realmente separarmi dalla mia anima gemella per tutte quelle
settimane?
La risposta alla prima domanda fu quasi immediata.
Nel momento stesso in cui raccontai a Belle dell’invito di mia madre, lei si offrì
di prendersi cura di Bob nel suo appartamento. Mi fidavo di lei ciecamente, ma non
potevo sapere come avrebbe reagito il mio amico a quattro zampe.
L’altro grande problema erano i soldi. Mia madre avrebbe pagato i biglietti, ma
non mi avrebbero lasciato entrare in Australia senza il becco di un quattrino. Cercai
qualche informazione e scoprii che l’importo minimo richiesto era 500 sterline.
Nei due giorni successivi valutai ancora una volta i pro e i contro di quel viaggio,
ma alla fine decisi di partire. Perché no? Una botta di vita e un po’ di sole non
potevano che farmi bene.
Dovevo però organizzare un sacco di cose. Innanzitutto ottenere un nuovo
passaporto il che non era semplicissimo dato il caos in cui avevo vissuto finora. Un
assistente sociale mi aiutò a recuperare i documenti necessari, compreso il
certificato di nascita.
Poi toccava ai biglietti. Il viaggio più economico era quello dell’Air China fino a
Pechino e poi da lì a Melbourne. Ci sarebbero volute molte più ore e anche una sosta
decisamente lunga nell’aeroporto cinese, ma era la soluzione in assoluto più
economica. La mamma mi aveva lasciato il suo indirizzo mail, quindi le inviai un
messaggio di posta elettronica in cui le indicavo i dettagli dei voli e anche il numero
del mio passaporto. Qualche giorno più tardi ricevetti la conferma che mia madre
aveva prenotato i voli. In pratica, ero quasi già in viaggio.
Mancavano ancora i soldi. Ma forse era la cosa più semplice.
Sarei partito la terza settimana di dicembre, così per tutto il tempo che mi restava
avrei lavorato tutti i giorni con qualsiasi tempo. Bob mi accompagnò quasi sempre,
ma quando pioveva forte gli ordinavo di aspettarmi a casa. Detestava la pioggia e
non volevo correre il rischio che si ammalasse, perché in quel caso non sarei mai
partito sapendo che non stava bene.
Tutti i soldi che guadagnavo in più venivano riposti in un barattolo per il tè in
cucina e lo vedevo giorno dopo giorno riempirsi. Quando ormai mancava poco alla
partenza, avevo raggiunto il budget necessario.