Page 105 - A spasso con Bob
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soldato in Afghanistan che aveva tratto in salvo dei cani. Mi faceva bene pensare
alle vite altrui.
Di pomeriggio e nelle prime ore della sera i sintomi dell’astinenza si
manifestarono più violentemente. Mi avevano messo in guardia che quando hai la
scimmia uno dei disturbi peggiori è la cosiddetta sindrome delle gambe senza riposo.
Soffrivo terribilmente, ero scosso da continui tremori e formicolii tali da
costringermi a muovere le gambe in continuazione.
A un certo punto cominciai a scalciare e Bob si spaventò, lanciandomi un paio di
occhiate stranite, tuttavia non mi abbandonò, restandomi vicino.
La notte fu un incubo. La tele non riusciva a distrarmi perché la luce e l’audio
acutizzavano l’emicrania. Se spegnevo la luce e mi trovavo al buio, la mente
cominciava a vagare e si riempiva di immagini e pensieri assurdi.
Non riuscivo a tenere ferme le gambe, avevo freddo e caldo allo stesso tempo. Un
minuto prima mi sembrava di stare dentro a un forno da quanto sudavo, quello dopo
rabbrividivo dal freddo e così, ancora madido di sudore, mi rannicchiavo sotto le
coperte. Allora ricominciavo a sudare… Un vero supplizio.
Di tanto in tanto avevo anche dei momenti di lucidità. A un certo punto mi parve
lampante perché era così difficile disintossicarsi. La mente si scontra con il corpo e
la volontà del corpo ha un peso preponderante sulla mente. Le forze che combattono
per la dipendenza sono più aggressive e organizzate di quelle che si adoperano per
sconfiggere la droga.
Poi, in un momento imprecisato di quella notte interminabile fui sopraffatto dal
ricordo di come avevo trascorso gli ultimi dieci anni della mia esistenza.
Mi apparvero le immagini, mi parve quasi di risentire gli odori, dei vicoli e dei
sottopassaggi in cui avevo dormito, delle luride pensioni o degli squallidi alloggi nei
quali avevo rischiato la vita… di tutto quello che avevo fatto solo per procacciarmi
una dose. Vidi con incredibile chiarezza come la dipendenza disintegrava l’esistenza
umana.
Altri pensieri bizzarri mi passarono per la mente. Mi dissi che se fossi stato
colpito da amnesia forse sarebbe stato più facile affrontare la situazione perché non
avrei più saputo qual era il mio problema. E tuttavia il mio corpo continuava a
ricordarmi l’origine di quelle sofferenze e anche a suggerirmi come mettervi fine.
Ci furono momenti di debolezza in cui temetti di non farcela, ma riuscii a
scacciare la tentazione di riprendere il metadone con uno sforzo titanico di volontà.
Avevo finalmente la possibilità di uscire dalla tossicodipendenza, forse l’ultima
che mi sarebbe stata concessa. Non dovevo mollare, dovevo sopportare la diarrea, i
crampi, i mal di testa, i tremori, gli sbalzi di temperatura corporea… tutto.
Quella seconda notte mi sembrò eterna. Guardavo l’orologio e avevo
l’impressione che le lancette girassero al contrario. Fuori il buio era sempre più
profondo come se le luci dell’alba non riuscissero a squarciare le tenebre.
Ma avevo la mia arma segreta, Bob, che in certi momenti era diventato una