Page 11 - A spasso con Bob
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e che non poteva aiutarmi a rintracciare il padrone.
«Scommetto che arriva da un altro quartiere. Non mi stupirei se fosse stato
abbandonato di proposito lontano da casa sua», aggiunse, promettendomi che
avrebbe tenuto occhi e orecchie aperte nel caso avesse sentito o visto qualcosa.
Cominciavo a pensare anch’io che la povera bestiola non fosse affatto cresciuta a
Tottenham.
Per fare una prova, lo liberai perché volevo vedere se puntava dritto verso una
qualche direzione. Ma l’esperimento fallì: il mio amico pel di carota si guardò
intorno con l’aria di chi non sa che pesci pigliare, poi mi scrutò con quegli occhietti
intelligenti come a dirmi: Non ho la più pallida idea di dove siamo, ma so soltanto
che voglio rimanere con te.
Ormai camminavamo per le vie di Londra già da qualche ora. Controllavo tutti gli
annunci di gatti scomparsi che trovavo e ogni tanto chiedevo a qualche passante se
prima di allora avesse già visto quel micio nel quartiere. Non ricevevo risposte,
soltanto sguardi esterrefatti e alzate di spalle.
Intanto continuavo mentalmente a domandarmi quale potesse essere stata la sua
vita prima di approdare nello squallido condominio in cui vivevo per sistemarsi su
quello zerbino.
Mi dicevo che forse la vecchietta di Tottenham aveva ragione, lui era un gatto di
casa e non un senzatetto. Ma certo, come poteva essere diversamente? Un micio così
bello… Chissà, magari l’avevano regalato a un bambino a Natale o in occasione del
suo compleanno… So per esperienza diretta che i gatti rossi sono vivaci e anche un
po’ mattacchioni se non vengono castrati. Hanno un carattere dominante, più dei
tigrati o dei gatti neri… Forse ne aveva fatta una di troppo, i padroni avevano perso
la pazienza e, invece di portarlo in un rifugio per gatti, o rivolgersi a qualche
associazione per la protezione degli animali, l’avevano caricato sui sedili posteriori
dell’auto per abbandonarlo a qualche chilometro di distanza.
I gatti, lo sanno tutti, hanno un grande senso dell’orientamento ma, così lontano da
casa, si era perso e non era riuscito a trovare la strada per tornare, o magari pur
conoscendola benissimo, aveva deciso di cercarsi un’altra famiglia, più amorevole e
comprensiva.
Avevo anche formulato una seconda ipotesi: forse il mio nuovo amico era rimasto
«orfano» perché la sua anziana padrona era morta.
Ovviamente erano solo supposizioni e la verità poteva anche essere un’altra. Il
fatto che non fosse abituato a fare i bisogni nella cassettina poteva far pensare che si
trattasse di un randagio. Ma più lo conoscevo e più mi convincevo che fosse abituato
alla compagnia umana. Si fidava di chi si prendeva cura di lui. Così aveva fatto con
me.
L’indizio maggiore sul suo passato era rappresentato da quella brutta ferita. A
giudicare dal grado di infezione, doveva essersi azzuffato qualche giorno prima,
magari una settimana, e questo apriva uno scenario completamente diverso.