Page 264 - La cucina del riso
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Abruzzo




                     L’effetto pratico può tradursi in tre distinte evenienze: i continui recla-
                 mi diretti alle autorità dell’Intendenza affinché provvedesse alle misura-
                 zioni, tramite gli agrimensori, e alla verifica della congruità delle distanze;
                 le istanze rivolte alle stesse autorità affinché fosse impedita la conduzione
                 del coltivo anche nei comuni limitrofi, se si travalicavano le disposizioni
                 di legge; il reiterato atteggiamento di sfiducia, quasi un autentico terrore,
                 anche in presenza di coltivi “regolari”.
                     Tutto questo, ossia i ricorsi e gli esiti delle liti, hanno generato un
                 corposo carteggio e, cosa fondamentale per la nostra indagine, preziosa
                 cartografia.  Così  è  stato  possibile  ricostruire  l’estensione  del  fenomeno
                 e assumere indizi sulla sua valenza in chiave microeconomica. È voluta-
                 mente riduttivo, in questa sede, dichiararne solo l’esistenza poiché sono
                 molteplici le interazioni e non è agevole esprimerne, in sintesi, la specifica
                 complessità. Può essere degna di riflessione solo qualche considerazione
                 sulla scomparsa dell’evento. Rileggendo attentamente le ordinanze regie,
                 si comprende come, non essendo ancora conosciuta l’eziologia del morbo
                 della “mala aria”, se ne erano empiricamente dettate le norme di tutela
                 e, tra queste, indicative appaiono quelle che, oltre a relegare a distanza
                 di  sicurezza  gli  impianti,  imponevano  la  sospensione  dei  lavori  un’ora
                 prima del tramonto e limitavano al massimo le aperture delle case coloni-
                 che nelle facciate con vista verso le risaie. Erano anche contemplati, caso
                 limite, l’obbligo di provvedere alla decorticazione del prodotto a distanza
                 di sicurezza; a non introdurre paglia o “riso immondo” oltre tali limiti e,
                 analogamente,  occorreva  porre  a  distanza  di  sicurezza  anche  gli  operai
                 addetti ai lavori, per i quali era anche richiesto che tale stazionamento,
                 in  siti  lontani  dal  centro  abitato,  avesse  la  durata  di  alcuni  giorni.  Una
                 sorta di quarantena, quindi, che certamente non poteva agevolare la col-
                 tivazione e la commercializzazione del prodotto. Infine, quasi a rimarcare
                 l’irrevocabile consapevolezza di trovarsi di fronte ad una fonte di contagio
                 possibile, e anche scarsamente prevedibile, viene richiesta per quella zona
                 un’attenta  sorveglianza  medica,  con  relazione  settimanale  sui  possibili
                 eventi morbosi. Deve essere comunque ricordato che queste controversie
                 non rappresentavano una novità, e affondavano le proprie radici in eventi
                 già noti nel passato, come traspare da documenti degli inizi del 1700, e per



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