Page 261 - La cucina del riso
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Abruzzo
qualcosa di estremamente importante nel panorama sociale ed economico
della regione si è definitivamente perso. E non si tratta di un banale cambio
di uso del suolo, episodi abbastanza frequenti nella sequenza temporale di
questi ultimi decenni ma, viceversa, di qualcosa di più complesso e non
privo di fascino.
Vediamo perché, partendo da alcuni assunti o documenti storici più
generalizzati.
Che il fenomeno della conduzione delle risaie, in questa parte dell’Ita-
lia centro-meridionale, non sia stato episodico quanto, e piuttosto, duraturo
sembra essere attestato oltre che da antichi documenti anche dall’emana-
zione di alcuni decreti. Tra questi, uno di Ferdinando II datato 14 gennaio
del 1831, e uno successivo reiterato, su testo consimile, da Vittorio Ema-
nuele, il 25 aprile 1867, entrambi concernenti la coltura di questo cereale
nelle province dell’Abruzzo Ulteriore I e Citeriore. Tali documenti trovano
riscontro, anche se in forma di episodiche citazioni, anche negli “inventari
del Regno” ossia nelle relazioni degli eruditi che, a cavallo tra il XVIII e il
XIX secolo, delineavano, sia pure in forma generica, il quadro antropogeo-
grafico del Regno di Napoli.
Per comprendere le vicende occorre partire da un quadro di riferimen-
to ambientale che delinea un contesto già abbastanza degradato, per cause
naturali ma sempre comunque innescate da attività antropiche volte, per
pura necessità di sopravvivenza, più alla rapina del territorio che alla sua
gestione. È infatti il disboscamento massivo l’elemento preponderante, al
quale si sovrappone anche la latitanza di azioni politiche finalizzate all’in-
teresse dell’intera collettività e tali da superare gli interessi disordinati,
competitivi, contrastanti, se non apertamente conflittuali. Solo sul finire del
XVIII secolo, il governo borbonico manifesta un impegno concreto per la
soluzione dei problemi ambientali, avviando alcuni interventi strutturali di
bonifica ma lasciando inalterati quelli pertinenti aree di ridotta estensione,
ma comunque diffuse e capillari, posizionate soprattutto ai margini delle
aste fluviali non lontane dalle pianure pre-costiere, ove più ampiamente era-
no comuni le risaie. Questa localizzazione non era casuale, né tanto meno
marginale, poiché, da un esame di questi documenti, si evince chiaramente
come la coltivazione del riso fosse l’unica risposta possibile per l’utilizzo di
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