Page 254 - La cucina del riso
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Lazio




                 grande protagonista della tavola reale fu il famoso Andrea Pettini, che operò
                 durante il lungo regno di Vittorio Emanuele III. Dopo i turbolenti anni della
                 prima grande guerra, durante i quali le annotazioni divennero scarne e fret-
                 tolose, ci fu un ritorno alla normalità. Con l’instaurarsi della Repubblica, si
                 nota una semplificazione delle annotazioni del “Capo dei servizi da tavola”.
                     Nei Registri del Fondo, sono state trovate diverse pietanze con riso,
                 che erano preparate nelle cucine e presentate alle tavole reali e presiden-
                 ziali. Durante tutto il periodo che va dal 1894 al 1908, i registri quotidiani
                 venivano redatti in lingua francese; il termine risotto, però, non è mai stato
                 francesizzato, come invece accadeva per altre pietanze. Al risotto e agli
                 spaghetti era riconosciuta l’italianità, mentre in francese erano le varie spe-
                 cificazioni delle pietanze come: “Risotto au jus” (al sugo), pietanza quasi
                 quotidiana per il re Vittorio Emanuele III, o “Risotto aux truffes” (ai tartufi),
                 “Risotto à la Venetienne”, o “à la Milanaise”, o “à la Piemontaise”, “à la
                 Florentine”, “à la Certosine” e “Risotto d’ortolains”. Per quanto riguarda gli
                 altri piatti a base di riso, diversi dal risotto, viene registrata una vasta gamma
                 di combinazioni, sia asciutte sia in brodo, e la loro denominazione è tutta in
                 francese. Gli esempi non mancano: “Consommé de riz aux pommes de ter-
                 re”, “Timbale de riz aux apricots”, “Riz glacé à l’allemande”, “Potage: riz
                 aux chaux”, “Potage: riz aux petits pois”, “Consommé riz à la Milanaise”,
                 “Riz à la Condé”, “Potage: Garbureauriz” , “Riz aux foies de volaille”. Si
                 trovano spesso citati i “Subrics de riz”, simili ai supplì, ma, in realtà, sono
                 delle crocchette di riso o anche d’altro composto, come cervello, carne,
                 verdure, cotte al burro, ma non in frittura. Pietanza di cucina internazionale
                 francese, molto apprezzata a Torino alla corte sabauda, tanto che si realizza-
                 vano per i sovrani i “Subric de riz à la Piemontaise o all’italienne”, preparati
                 con un risotto al formaggio, due uova sbattute, parmigiano grattugiato, un
                 po’ di farina, prosciutto magro tritato. Si confezionavano le crocchette a
                 forma ovoidale e si passavano al burro, ma non in frittura (ricetta del cuoco
                 Prospère Montagné).
                     La presenza del riso, al Quirinale, rispetto ad altre pietanze citate nei
                 menu, era molto gradita ed era possibile trovare, nella stessa giornata, a
                 pranzo un “Risotto au jus”, e a cena un “Consommé au riz”. Il riso era
                 impiegato anche come ripieno nei secondi: ne sono un esempio le “Cailles



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