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Iodio


            Una soluzione: il sale iodato


            Secondo le autorità sanitarie mondiali il modo migliore per
            aumentare la quantità di iodio che introduciamo ogni giorno
            è quello di utilizzare, all’interno di una dieta varia e bilanciata,
            il sale arricchito di iodio al posto del sale comune.
            Il sale iodato è un comune sale da cucina ricavato dall’acqua di
            mare o dalle miniere di salgemma, addizionato artifi cialmente
            con iodio sotto forma di ioduro o iodato di potassio. Le quan-
            tità aggiunte vengono stabilite in base allo stato nutrizionale
            della popolazione; in Italia un chilogrammo di sale iodato con-
            tiene 30 mg di iodio.
            Ogni grammo di sale arricchito ci fornisce 30 microgrammi di
            iodio in più (cioè un quinto della dose quotidiana necessaria).
            Questo sale mantiene il medesimo aspetto del sale tradiziona-
            le e non presenta odori o sapori particolari. Viene commercia-
            lizzato nei negozi alimentari e nelle tabaccherie con il nome di
            “sale iodurato” o “sale iodato”. Non va dunque confuso con il
            “sale marino” o il “sale integrale”, che comunque sono più
            ricchi di iodio del tradizionale sale da cucina bianco raffi nato,
            che è composto quasi esclusivamente da cloruro di sodio. Per
            evitare perdite di iodio, è consigliabile consumarlo crudo (sa-
            lare gli alimenti dopo la cottura) e conservarlo in luogo fresco
            al riparo dalla luce e dall’umidità.



            Attenzione al “carico” di sodio

            Il sale iodato non è un prodotto dietetico riservato ad alcune
            persone, bensì un alimento consigliato per un uso moderato a
            tutte le età, da sostituire al sale tradizionale.
            Però è importante nello stesso tempo ridurre il consumo abi-
            tuale di sale, poiché elevati apporti di sodio aumentano il rischio
            di malattie cardiovascolari, perché provocano l’aumento della



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