Page 369 - Sotto il velame
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LA FONTE PRIMA
I.
Il lettore che mi ha seguito, domanderà: «L'altro viaggio è il
cammino di Dio o della vita contemplativa, e il corto andare del
bel monte è quello del mondo e della vita attiva. Bene. La vita at-
tiva consiste nell'esercizio delle quattro virtù cardinali; ed è impe-
dita da tre disposizioni cattive, equivalenti a incontinenza, di con-
cupiscibile e d'irascibile, a violenza o bestialità, a frode; raffigura-
te nella lonza, nel leone, nella lupa. Bene. La lupa che assomma
quelle disposizioni e in cui spariscono le altre due bestie, toglie a
Dante il corto andare del monte. Per l'altro viaggio, Dante scende
e poi sale; scende sino a trovare colui che assomma nelle sue tre
faccie le tre male disposizioni, scende in basso loco, scende ove il
sol tace, scende ov'egli rimane gelato e fioco. Esercita scendendo
quelle quattro virtù; aiutato, sia pure, da sette spiriti, che alle
quattro virtù pagane cristianamente equivalgono. E sale. Sale sul-
la cima d'un bel monte. Ivi è Beatrice, e, si intuisce, l'innocenza e
la felicità. Salendo, purga le caligini, le schiume, le macchie di
quelle medesime tre disposizioni, con quelle medesime quattro
virtù, aiutato, più visibilmente, da quei sette spiriti che corrispon-
dono, in ordine inverso, alle sette beatitudini le quali si odono so-
nare nelle sette cornici. In che modo questo viaggio è «altro» da
quell'andare verso il bel monte? Dante è sceso in questo viaggio,
come nell'altro, sino al basso loco; e poi è risalito. Nell'altro, è
vero, non risalì. Le virtù che aveva seco, non bastarono; ma quel-
le virtù le aveva. Ora tra il corto andare e l'altro viaggio è diffe-
renza in ciò, che là non riuscì alla meta e qua, sì, giunse: altra dif-
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