Page 362 - Sotto il velame
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ra, come non li legava prima; e perciò sarà lor lecito, dopo come
           prima, giungere sino al cerchio di Giuda. E come prima, potranno
           ascendere per il sacro monte, come quando accorrevano (mistero!
           senza muoversi) alla voce di Beatrice. Potranno, come potevano;
           potevano per aver essi le virtù le cui macchie, lasciate dal vizio
           contrario, si mondano colassù. Potranno giungere sino alla cima.
           E si arresteranno e dilegueranno avanti Letè? No: il Letè l'hanno
           già passato: il Letè che si chiama Acheronte soltanto per chi lo
           tragitta in peccato.
              Si può obbiettare che anche i lussuriosi e golosi e avari si han-
           no a trovare nelle medesime condizioni di quelli del limbo. E no,
           rispondo. Lo Stige scorre, anche se invisibile a noi, per tutti i tre
           cerchi. Scorre, sebben si veda solo nel cerchio degli avari, donde
           scende in quello degli accidiosi.
              O perchè non ci ha detto più chiaramente che lo Stige comin-
           cia nel secondo cerchio? Per questo. Dante vuol insegnarci che il
           peccato originale disordinò primamente e principalmente la con-
           cupiscenza: concetto comune. E così, in certo modo, col tacere di
           questo nuovo fiume che si forma subito d'Acheronte, e col farci
           supporre che i lussuriosi e golosi (la gola nel peccato dei primi
           parenti ha gran parte) siano disterminati dall'Acheronte, come
           quelli del limbo, dà a divedere che la lussuria e la gola pure e
           semplici sono una cotale specie immediata del peccato originale:
           sono il fomite acceso da esso. E così fa vedere lo Stige solamente
           nel cerchio dell'avarizia, perchè questo vizio è già un corrompi-
           mento maggiore, il primo distogliersi dal suo corpo della natura
           viziata, e il primo suo appetito, dirò così, innaturale, e la prima
           forma d'ingiustizia.
              Ma torniamo al dolce Padre, il quale, passato il muro, si trova
           tra le fiamme e la fiumana; e sparisce. Sparisce, e si trova misti-
           camente dove era: tra la fiumana, che è detta Acheronte, e le
           fiamme dell'ultimo cerchio del Purgatorio. È un tutt'uno l'abisso e
           il monte; formati dallo stesso cader dell'angelo; con lo stesso or-



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