Page 220 - Sotto il velame
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connettono il nobile castello e il cimitero. E del resto anche qui si
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parla di altezza d'ingegno . E come là si ragiona di fede, qui si
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parla di Beatrice :
La mente tua conservi quel ch'udito
hai contra te: mi comandò quel saggio:
ed ora attendi qui! E drizzò il dito.
Quando sarai dinanzi al dolce raggio
di quella, il cui bell'occhio tutto vede,
da lei saprai di tua vita il viaggio.
A me basti osservare che qui come nel primo cerchio, si ricorda
una sapienza massima; e che quel cerchio è il luogo tristo di tene-
bre, e che queste arche hanno un barlume che si ha a spegnere nel
giorno dell'ira. E qui Virgilio dà al discepolo un consiglio di pru-
denza: ricordarsi ciò che ha udito quivi ma aspettar lume da Bea-
trice. E qui Virgilio prudentemente fa sostar Dante 542
sì che s'ausi prima un poco il senso
al tristo fiato;
e qui l'ammaestra intorno ai peccati e alle pene, e gli ricorda i
suoi studi, la sua Etica, la sua Fisica, e lo rimprovera dolcemente
delle sue dimenticanze. C'è per i dannati, in questo cerchio, l'i-
gnoranza, e per Dante la prudenza.
E si scende nel cerchietto dai tre gironi, dove è punita la mali-
zia con forza o violenza. Nel primo girone, contro gli uomini; nel
secondo, contro sè e contro le cose sue; nel terzo, contro Dio, la
natura e l'arte. Per scendere c'è una rovina guardata da un'«ira be-
540 ib. 59.
541 ib. 127 segg.
542 Inf. XII 32 seg.
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