Page 17 - Sotto il velame
P. 17
mostrando gli occhi giovinetti a lui,
meco il menava in dritta parte volto.
Quando quelli occhi giovinetti si furono serrati, allora Dante vol-
se i passi suoi per via non vera. Ora, perchè il pensiero di Dante è
che l'adolescenza ha bisogno di chi mostri il buon cammino, egli
dicendo d'aver avuto chi glielo mostrava, viene a dire che era al-
lora adolescente: adolescente, quando era sostenuto dal volto di
15
Beatrice viva; adolescente, quando, come egli confessa ,
le presenti cose
col falso lor piacer volser miei passi,
tosto che il vostro viso si nascose.
Il viso s'era nascosto, ma bellezza e virtù erano cresciute alla don-
na salita da carne a spirito; ed ella era per attirare a sè l'amatore
più che mai. Ma egli s'addormì e smarrì.
E poi tutto parla di adolescenza nei luoghi che si riferiscono
allo smarrimento. Dante afferma d'essere stato pien di sonno nel
punto che si smarrì. Non è questa sonnolenza un ricordo del con-
cetto Platonico, per il quale l'anima è attonita e trasognata sulle
prime dal flusso e riflusso della materia? Dante questo concetto lo
conosceva, perchè egli parla dei tempi in cui «l'anima nostra in-
tende al crescere e allo abbellire del corpo, onde molte e grandi
trasmutazioni sono nella persona»; dell'adolescenza, dunque,
16
dell'«accrescimento di vita» . E mi par naturale ch'egli attribui-
sca, nella Comedia, a queste molte e grandi trasmutazioni, quel-
l'oblìo che, a dir vero, nella Vita Nuova pone solo nella puerizia:
«in quella parte del libro della mia memoria, dinanzi alla quale
17
poco si potrebbe leggere» . Poi, Beatrice afferma di lui:
15 Purg. XXXI 34 segg.
16 Conv. IV 24.
17 V. N. a principio.
17