Page 103 - Sotto il velame
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molte genti fè già viver grame,
e spaventevole anch'essa quanto e più del leone. La vista del leo-
ne dà paura; la paura che esce dalla vista della lupa fa subito per-
dere «la speranza dell'altezza». Sì che Dante avanti questa «bestia
senza pace», piangendo e attristandosi, come chi impensatamente,
dopo avere sperata la vittoria, vede di perdere, arretra verso l'o-
scurità, rovina in basso loco. Allora si mostra a lui Virgilio.
Questo dramma è interpretato nel racconto che fa Virgilio a
Dante del motivo e delle circostanze della sua venuta, nei rimpro-
veri che Beatrice fa a Dante e in qualche altro passo.
Beatrice dopo aver detto, che tosto dopo la sua morte, il suo
amico
volse i passi suoi per via non vera
imagini di ben seguendo false;
il che si riferisce allo smarrimento nella selva; dopo aver detto:
nè impetrare spirazion mi valse
con le quali ed in sogno ed altrimenti
lo rivocai;
il che pur si riferisce al suo tortire per la selva, e ai bagliori della
luna, forse, traverso il folto dei pruni, in quella notte che comin-
ciò con un sonno e continuò, naturalmente, con sogni; aggiunge:
Tanto giù cadde, che tutti argomenti
alla salute sua eran già corti,
fuor che mostrargli le perdute genti .
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«Tanto giù cadde» corrisponde a «mentre che io rovinava in
229 Purg. XXX 115 segg.
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