Page 100 - Sotto il velame
P. 100
LE TRE FIERE
I.
Ritorno a Dante che dopo il passo della selva riposa un poco il
223
corpo, mentre l'animo fugge ancora e più fugge che caccia (fug-
ge dalla selva e caccia verso il colle), ma tuttavia e caccia. La sel-
va è come il vestibolo e quasi il limbo. È il peccato originale, sia
in chi non è deterso, sia in chi è come non deterso.
Chè il battesimo infonde il lume o la prudenza affinchè l'animo
veda ciò che è da fuggire e ciò che è da cacciare; ma talora la in-
fonde invano, chè l'animo, per così dire, tien chiusi gli occhi e
non guarda. Passata che Dante ha la selva, il suo animo fugge e
caccia: vede. Ha riacquistata la prudenza. L'errante ha mortificato
la morte dalla quale egli era tenuto nella selva. Egli si trova nelle
condizioni stesse di quando poi avrà passato l'Acheronte. Passato
l'Acheronte e traversando il limbo: chè il limbo lo visita essendo
morto di quella morte, che là tiene sospirosi i parvoli innocenti e
gli spiriti magni. Lo visita morto di quella morte; ma il limbo è
224
pur una selva, che egli passa :
Oh! per quelli spiriti era selva, per lui non più. Ed era sonno.
225
Nel sonno non è libero arbitrio . Ma il volere egli lo aveva ria-
223 Conv. IV 26. Questo appetito mai altro non fa, che cacciare e fuggire.
224 Inf. IV 65 seg.]
passavam la selva tuttavia,
la selva, dico, di spiriti spessi.
225 Summa 1a 94, 4: id quod accidit in somno, non imputatur homini: quia
non habet usum rationis; qui est proprius hominis actus.
100