Page 29 - Poemi del Risorgimento
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GARIBALDI COI SANSIMONIANI
I DODICI ESULI
Filava la goletta ad ali aperte. Quasi
striscia di luna ardea la scia fosforescente.
Soffiava ancora il caldo odore delle oàsi.
Era la notte luminosa d'Orïente.
*
Sovra coverta un gruppo era adagiato a tondo,
di dodici stranieri in lunghe vesti bianche.
Avean bordone al lato ed una corda all'anche.
Avanti loro, dritto e grave, era il Secondo.
Lungo, il cammino loro! Avean patito fame,
avean falciato il fieno, avean mietuto il grano,
parlato a turbe, tesa a qualche pio la mano,
e maledetto al sangue a piè del palco infame.
Rincorsi dalla plebe e dalla legge oppressi,
s'erano posti in via, pellegrinando assòrti.
Dormian nei cimiteri, in compagnia dei morti,
sul marmo dei sepolcri, al tronco dei cipressi.
Ma ora discendea la pace. Era l'avvento.
Parlavano soave al lume delle stelle.
E dalla Terra Nera ov'è la Sfinge, il vento
moriva in un ronzio di sartie e di griselle.
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