Page 13 - Poemi del Risorgimento
P. 13
corrono a lui le riluttanti nubi,
strisciano appiè di lui, sorgono a un tratto,
lo velano, lo celano. È sparito
sotto la pioggia fumida, sparito
nel grembo grigio. Né baleno guizza
mai da due nubi frante che divida
l'oscurità. Niuno lo veda! Niuno
veda la fronte cupa, niuno veda
quegli occhi tristi, i tristi occhi veglianti,
come due tristi uccelli della notte,
sul suo terribile sorriso.
Non lampo mai; né mai rimbomba il tuono
seguace; ch'altri non lo creda il tuono
della sua secca chioccia bronzea voce,
usa a guattire sola tra il silenzio
di cupi pallidi uomini e il sommesso
loro anelare; ch'altri mai non pensi
che dalla tacita isola dei morti,
d'oltre l'Oceano e il popolo dei sogni,
sia quella voce che di tra l'eterna
penombra, sopra il sonno delle genti,
sul mondo forse immemore, passando,
scoppi e si franga all'improvviso,
e chiami e scuota, e susciti nel mondo
squilli di trombe, rulli di tamburi,
scroscio di marcie, suon di ferro, strido
di ruote, émpito e ringhio di cavalli,
polvere e fumo, e grandinar di palle,
scintillar d'armi, e rombo di cannoni,
assalti, fughe, mura umane, stagni
di sangue umano: ululi d'odio, strazi
13