Page 10 - Poemi del Risorgimento
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Italia a lui fu madre. Essa lo fece
                                            del suo granito dentro i suoi vulcani.
                                            Per tre millenni lo portò nel grembo.
                                            L'anime in una ella fondea dei grandi
                                            Cesari, in una Parte le sue Parti
                                            crudeli, il ferro degli Sforza e il ferro
                                            dei Buonarroti, tutte l'arti e l'armi.
                                            Poi, pieni i tempi, ben temprata al gelo
                                            l'anima, in sella lo levò, gli pose
                                            le dee Fortuna e Guerra alle due staffe,
                                            gli pose il sogno, in mezzo al cuor, di Dante,
                                               e grave gli mormorò: Va!

                                                             II


                                            La nera Terra lo attendea, tremando
                                            già del portento. Ora credé vederlo
                                            uscir col capo di sparvier da templi
                                            invasi d'ombra e di pensose sfingi,
                                            ora passar con mille carri d'oro
                                            con suvvi gli archi di barbari arcieri,
                                            ora con infiniti dromedari
                                            rigar le solitudini sabbiose
                                            fulve di sole, ora venir tra un muglio
                                            di bovi immenso, qual se al mondo un solo
                                            gran mandriano ormai parasse tutti
                                               gli armenti e tutti gli armentari.

                                            Non era ancora. O forse era il divino
                                            efebo cinto d'ellera che apparve
                                            novello eroe con la peliade lancia,
                                            or con la cetra or con la face in mano.



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