Page 6 - Poemi del Risorgimento
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nella sua città di paglia tra la Bormida e il Tanaro, ha inalzata la sua
                           croce... Dove sei imperatore dalla Barba Rossa? Ecco la nuova bandie-
                           ra... Salutatela, o trombe, o lancie, o bovi, o plaustri! Ella ha i colori
                           nuovi... O tricolore d'Italia! sorto tra il nembo, tra i primi tuoni di pri-
                           mavera, in attesa del re, del primo re d'Italia!... Non ha più i colori del
                           fuoco spento, del fuoco vivo, del fuoco operante... È un'altra. O pianura
                           del Po! o neve dell'Alpi! o rosso dei vulcani! o veste di Beatrice! Per te
                           quanto si morrà! quanti  saranno  avvolti nelle tue pieghe! Quanti ti a-
                           vranno  sul  loro  feretro!...  In  quante  battaglie...  in  quante  tempeste!...
                           Non lasciatevela prendere... stracciatela piuttosto... ponetevela sul petto,
                           inabissatevi con lei nei gorghi del mare! - O sacro vessillo! ora deve ve-
                           nire il tuo re. Avanti contro gli stranieri! contro i crocifissori di Prome-
                           teo. - O città, nata nell'Aprile, come Roma! asilo di esuli, come Roma! o
                           nata di profughi, come Roma! o subito in guerra, come Roma! Non è
                           dei boschi di carbone la bandiera che tu inalzi, essa viene da più profon-
                           de lontananze...»

                              E, così preparato, quanto ce n'è del lavoro! «Possibile, soleva dire,
                           che non debba aver mai un po' d'agio per dedicarmi alla poesia? Ne
                           sono così pieno! ho ancora tutto da fare!» Non tutto, ma tanto sì. E que-
                           sto  tanto  doveva  dar  vita  a' suoi sogni  d'artista, confortare  le grandi
                           ombre, incitare i giovani, e mostrare all'Italia la sua devozione.
                              Ho voluto accogliere in questo volume, sebbene non appartenga ai
                           Poemi del Risorgimento, anche la versione italiana dell'Inno a Roma e
                           dell'Inno a Torino, perché l'uno e l'altro furono da Lui composti in lati-
                           no e poi tradotti in italiano negli ultimi mesi di sua vita per onorare e
                           glorificare la sua diletta Italia.
                              I volumi che avrebbero seguito questo primo (rimasto pur troppo co-
                           sì incompleto) non è difficile imaginare che cosa dovevano contenere.
                           Dal '48 in poi ce n'è della poesia da estrarre dagli avvenimenti della
                           nostra patria! Egli l'aveva vista tutta e si riprometteva di farla vedere
                           anche a noi.




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