Page 5 - Poemi del Risorgimento
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il piccolo Menotti; infine i più vibranti di passione: Nello Spielberg e I
fratelli Bandiera. Via via, in mezzo ai poemi epici di vari metri, doveva-
no attraversare i volumi, con volo lucido e rapido, dei brevi poemetti
lirici sul genere di Garibaldi vecchio a Caprera. Credo, anzi, che questo,
già pronto, mentre il suo posto non l'avrebbe trovato se non alla fine
dell'opera, sia stato eseguito quasi per prova o per modello.
Terminato l'Inno a Torino, Egli intendeva subito proseguire ordina-
tamente. Aveva già avuti in bozze e corretti una prima volta i primi due
poemi: Napoleone e Il Re dei carbonari. Stava eseguendo il terzo. Un
giorno, uno dogli ultimi che si levò di letto, si recò mestamente nello
studio e, dopo aver guardato i suoi libri e rilette alcune sue carte, su di
un foglio bianco scrisse con mano ancora sicura il titolo del poema che
l'attendeva:
22 marzo 1912 - Il tricolore!
e nient'altro! Lì presso in una cartellina si leggevano i quattro primi
versi e gli appunti. Il giorno dopo non si levò! Non credo che possa di-
spiacere di conoscere qualcuno di quei palpiti che gli vibravano in cuo-
re anche in mezzo alle sue crudeli sofferenze.
IL TRICOLORE
Nella città che è in mezzo a quattro strade
s'odono molti plaustri cigolare.
Mugliano bovi, squillano campane,
brillano spade, luccicano lancie.
. . . . . . . . . . . . . . . . .
«Ma non sono le campane e i bovi dei carrocci... Un nuovo giura-
mento è stretto. Non a Pontida, non nei boschi... Nessun connubio con
l'imperatore. Nessun esercito rimarrà o verrà in Italia... La lega, che sta
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