Page 12 - Poemi del Risorgimento
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dagli alisei sono parate, a branchi,
là, con assidui sibili, e son chiuse
tra mura d'invarcabile aria.
Sbalzano su, rotolano le nubi,
s'urtano, vanno per fuggir dal chiuso,
calano per vanire entro i burroni,
s'alzano per oltrepassar li scogli,
strisciano a terra: invano, perché il vento
pur le riprende; e, reduci, le vane
lagrime loro versano sul caldo
suolo che fuma. Tornano alle nubi
le loro vane lagrime, che ancora
piovono in terra. E sempre in volta il vento
con lunghi assidui sibili minaccia
nella penombra solitaria.
È l'invisibile isola dei morti,
tutta fiorita d'aridi elicrisi.
Né luce v'è né buio. Una muffita
nebbia nasconde il popolo dei sogni.
Vi sono sterili alberi, curvati
come a fuggire; ma li tiene il suolo
disvincolanti. Fuggono le navi
a vele aperte, tutte per un rombo.
L'hanno veduto. Tra lo stridìo lieve,
come d'uccelli, delle pallide ombre,
volgendo gli occhi in giro, il suo fantasma,
nel mezzo, nudo l'arco, sta.
IV
Ma dall'ignoto Spirito sferzate
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