Page 90 - Poemi conviviali
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E sfavillante un polverìo si sparse
                                            nel nero spazio, come la corolla
                                            d'un fior di luce, che per un momento
                                            illuminò gli attoniti giganti,
                                            e il mare immenso che ondeggiava al buio,
                                            e in terra e in aria rettili deformi,
                                            nottole enormi; e qualche viso irsuto
                                            di scimmia intento ad esplorar da un antro.


                                               E poi fu pace. Ed ecco uscì dall'antro
                                            il bruto simo, e nella gran maceria,
                                            dove sono i rottami anche del Cielo,
                                            frugò raspò scavò, come fa il cane
                                            senza padrone, ove si spense un rogo.
                                            E fruga ancora e raspa ancora e scava
                                            ancora. Ma dal Cielo ora alla Terra
                                            sorride il sole e piange pia la nube.
                                            È pace. Pur la Terra anco ricorda
                                            l'antica lotta, e gitta fuoco, e trema.
                                            E al Cielo torna l'ira antica, e scaglia
                                            folgori a lei con subito rimbombo.
                                            È pace sì, ma l'infelice Terra
                                            è sol felice, quando ignara dorme;
                                            e il Cielo azzurro sopra lei si stende
                                            con le sue luci, e vuol destarla e svuole,
                                            e l'accarezza col guizzar di qualche
                                            stella cadente, che però non cade.

                                               Come ora. E sol com'ora anco è felice
                                            l'uomo infelice; s'egli dorme o guarda:
                                            quando guarda e non vede altro che stelle,
                                            quando ascolta e non ode altro che un canto.»
                                            Così parlava, e dolce sorse un canto:



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