Page 85 - Poemi conviviali
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un pane trasse, che v'avea deposto,
                                            e lo partì col buon Ascreo, dicendo:
                                            «So ch'è più grande la metà che il tutto.»

                                               Finito, prima che la fame, il cibo,
                                            mossero ancora per la via rupestre
                                            che già scendeva. Ed ecco che lo schiavo
                                            guardando attorno vide una bolgetta
                                            in un cespuglio. E presala, vi scòrse
                                            splendere dentro due talenti d'oro.
                                            E guardò giù per il sentiero, e scòrse
                                            lontan lontano cavalcare un uomo.
                                            E disse: «Padre, per un po' sul dorso
                                            reggimi il grave tripode di bronzo,
                                            ché n'avrei briga nel veloce corso.»
                                            E corse, e giunse al cavalier, cui rese,
                                            poi ch'egli suo glielo giurò, quell'oro.
                                            Poi, trafelato, il buon Ascreo sorvenne.
                                            «Facile t'era aver per te quell'oro!»
                                            disse allo schiavo. E mormorò lo schiavo:
                                            «Facile, sì: c'è poca strada al male.
                                            Il male, o padre, è nostro casigliano.»


                                               Così parlando andavano, e la strada
                                            era già piana, e si vedean tuguri
                                            di contadini ed ammuffiti borghi.
                                            E lor giungea da tempo uno schiamazzo
                                            di voci, come un abbaiar di cani
                                            lontani. E sempre lor venìa più presso.
                                            Erano gente che in un trivio aperto
                                            rissavano con voci aspre di cani.
                                            E alcun di loro già brandìa la zappa,
                                            poi che l'irosa voce era già rauca;



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