Page 12 - Poemi conviviali
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IL CIECO DI CHIO



                                               O Deliàs, o gracile rampollo
                                            di palma, ai piedi sorto su del Cyntho,
                                            alla corrente del canoro Inopo;
                                            figlia di Palma; di qual dono io mai
                                            posso bearti il giovanetto cuore?
                                            Ché all'invito de' giovani scotendo
                                            gl'indifferenti riccioli del capo,
                                            gioia t'hai fatto del vegliardo grigio
                                            cui poter falla e desiderio avanza.
                                            E lui su le tue lievi orme adducevi
                                            all'opaca radura ed al giaciglio
                                            delle stridule foglie, in mezzo ai pini
                                            sonanti un fresco brulichìo di pioggia
                                            presso la salsa musica del mare.
                                            Né già la bianca tua beltà celasti
                                            a gli occhi della sua memore mano:
                                            non vista ad altri, che a lui cieco e, forse,
                                            al solitario tacito alcïone.


                                               O Deliàs, e già finì la gara
                                            de' tunicati Iàoni: già tace
                                            il vostro coro, grande meraviglia,
                                            in cui nessuna di te meglio scosse
                                            i procellosi crotali d'argento.
                                            Ed il nocchiero su la nave nera
                                            l'albero drizza, ed in su trae le pietre,
                                            le gravi pietre su cui dondolando
                                            dorme la nave nel loquace porto.
                                            Ora un nocchiero addimandai: Nocchiero,



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