Page 16 - Poemi conviviali
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Sarai felice di veder tu solo,
non ciò che il volgo vìola con gli occhi,
ma delle cose l'ombra lunga, immensa,
nel tuo segreto pallido tramonto.
Disse, e disparve; e, per tentar che feci
le irrequïete palpebre, più nulla
io vidi delle cose altro che l'ombra,
pago, finché non m'apparisti al raggio
della tua voce limpida, o fanciulla
di Delo, o palma del canoro Inopo,
sola tu del mio sogno anche più bella,
maggior dell'ombra che di te serpeggia
nel mio segreto pallido tramonto.
Ora a te sola ridirò le storie
meravigliose, che sentii quel giorno
come vie bianche lontanar tra i pioppi.
E quale il tuo, che non maggior potevi,
tale il mio dono, né potrei maggiore;
ché il bene in te qui lascerò, come ape
che punge, e il male resterà più grave,
grave sol ora, al tuo cantor, cui diede
la Musa un bene e, Deliàs, un male!
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