Page 25 - I delitti della rue Morgue
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nuovo, hanno deposto che la porta della camera nella
quale fu trovato il corpo di Mademoiselle L. era chiusa
dalla parte interna quando arrivarono. Tutto era in per-
fetto silenzio né gemiti né rumori di sorta. Forzata la
porta non videro nessuno. Le finestre, tanto della stanza
sul di dietro quanto di quella sul davanti, erano chiuse e
bene assicurate dal di dentro. La porta di comunicazione
fra le due stanze era chiusa ma non a chiave. La porta
che dalla camera anteriore dava sul corridoio era chiusa
a chiave dal di dentro. Una stanzetta sul davanti al quar-
to piano, all’ingresso del corridoio, era aperta e la porta
socchiusa. Questa stanza era ingombra di letti vecchi, di
scatole e di altri oggetti che furono tutti spostati e accu-
ratamente frugati. Non si trascurò di ispezionare con at-
tenzione un solo pollice della casa. Si fecero anche pe-
netrare gli spazzacamini nelle canne dei camini. La casa
ha quattro piani con soffitte (mansardes). Una botola
che dà sul tetto era solidamente inchiodata; non portava
segni di essere stata aperta da anni. I testi non vanno
d’accordo sulla durata del tempo trascorso fra il risuonar
delle grida e il momento in cui fu sfondata la porta della
camera. Alcuni parlano di due o tre minuti, altri di alme-
no cinque. La porta fu aperta con difficoltà.
«Alfonso Garcio, impresario di pompe funebri, depo-
ne che abita nella Rue Morgue. È spagnolo di origine.
Anche lui era di quelli che entrarono nella casa. Non ha
salito le scale. È nervoso e teme le conseguenze di una
agitazione. Ha udito le voci che disputavano. Quella piú
grossa era di un francese. Non ha potuto distinguere le
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